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Tecniche di gestione del carico per atleti con infortuni pregressi

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Foto Guillermo Latorre su Unsplash

Tecniche di gestione del carico per atleti con infortuni pregressi

Lavorare con atleti che hanno vissuto infortuni pregressi richiede una gestione attenta del carico di allenamento. L’obiettivo è mantenere o migliorare la forma fisica senza esacerbare le vulnerabilità precedenti, facilitando una riabilitazione efficace e una ripresa sostenibile allo sport di interesse. In questo articolo esploreremo approcci pratici, strumenti di monitoraggio e strategie di programmazione per ottimizzare il carico interno ed esterno, riducendo il rischio di recidive.

Cos’è la gestione del carico e perché è cruciale

La gestione del carico è l’insieme delle scelte legate a intensità, volume, frequenza e distributiva degli allenamenti, tenendo conto di come il corpo risponde allo sforzo. Per atleti con infortuni pregressi, una gestione accurata significa bilanciare:

  • carico esterno (lavoro effettivo eseguito: distanza, tempo, resistenza, sprint, pesi)
  • carico interno (risposta fisiologica e percettiva: fatica, dolore, stress, sonno)

Una corretta combinazione di questi elementi aiuta a stimolare adattamenti sport-specifici senza compromettere il recupero dall’infortunio.

Concetti chiave: carico interno vs esterno, indicatori di monitoraggio

Carico interno e carico esterno

  • Carico esterno: misurabile in termini di volume e intensità di lavoro (km percorsi, chilogrammi sollevati, numero di ripetizioni ad una determinata intensità).
  • Carico interno: come l’organismo risponde al carico esterno (frequenza cardiaca, RPE, livello di dolore, qualità del sonno, variabilità della frequenza cardiaca).

La sinergia tra questi due elementi è essenziale per programmare settimane di allenamento sicure.

Indicatori chiave

  • RPE (Rating of Perceived Exertion): autovalutazione soggettiva dell’intensità.
  • Session RPE (sRPE): RPE moltiplicato per la durata della sessione fornisce un indice di carico interno totale.
  • HRV (variabilità della frequenza cardiaca): indicatori di recupero e stabilità fisiologica.
  • Dolore e sintomi funzionali: monitoraggio di dolore localizzato, rigidità, gonfiore e limitazioni di movimento.
  • Parametri di recupero: qualità del sonno, livello di energia al risveglio, appetito e stress.

L’utilizzo combinato di questi indicatori permette di autoregolare l’allenamento in tempo reale, riducendo la probabilità di sovraccarico.

Strategie chiave per la gestione del carico

Pianificazione periodizzata e adattata all’infortunio

  • Microcicli focalizzati su progressione graduale: aumenti di volume o intensità solo se gli indicatori di recupero sono favorevoli.
  • Mesocicli orientati alla riabilitazione sportiva: alternare fasi di carico controllato a periodi di consolidamento, con pause strategiche per consolidare le capacità motorie e la stabilità articolare.
  • Tapering mirato: periodi di riduzione del carico prima di tornare a contenuti più intensi o prima di competizioni importanti.

Auto-regolazione e utilizzo di metriche soggettive

  • Integrare sRPE con feedback di dolore e fastidi per decidere se aumentare, mantenere o ridurre il carico.
  • Stabilire una soglia di sicurezza: se dolore significativo o peggioramento dei sintomi si verifica in più sessioni, rallentare o modificare l’allenamento.
  • Fornire agli atleti strumenti di auto-monitoraggio: diari digitali o applicazioni dove registrare umore, sonno, dolore e percezione dello sforzo.

Contenimento del carico e gestione delle variazioni

  • Incrementi settimanali controllati: non più del 5-10% di aumento del volume totale o dell’intensità.
  • Suddivisione del carico: distribuire il lavoro in modo da ridurre l’esposizione a movimenti che possono irritare l’infortunio (ad esempio, ridurre sprint o salti se interessano tendinopatie o lesioni articolari).
  • Strategie di cross-training: sostituire temporaneamente sport ad alto impatto con attività alternative a minor rischio, come nuoto, ciclismo a bassa resistenza o allenamenti in pool di resistenza.

Riabilitazione integrata e recupero attivo

  • Inserire workset di rinforzo mirato: esercizi di forza funzionale, stabilità centrale e tecnica di movimento che non irritino l’infortunio ma favoriscano l’adattamento.
  • Recupero attivo: sessioni di mobilità, stretching, foam rolling e begonnen di tecniche di rilassamento per migliorare la qualità del sonno e ridurre la tensione muscolare.
  • Riposo programmato: periodi di riposo non solo durante la settimana, ma anche tra cicli di allenamento intensivi, per permettere al tessuto infortunato di adattarsi.

Nutrizione e idratazione per supportare il carico

  • Proteine adeguate: apporto di circa 1,6-2,2 g/kg di peso corporeo al giorno per supportare la riparazione muscolare.
  • Calcio e vitamina D: fondamentali per la salute ossea e la funzione muscolare, particolarmente rilevanti in atleti in rehab.
  • Idratazione e gestione elettrolitica: mantenere una buona idratazione per ottimizzare la circolazione, la funzione muscolare e la tempestività del recupero.
  • Tempistiche nutrizionali: consumare proteine e carboidrati entro 1-2 ore dal termine dell’allenamento per facilitare la sintesi proteica e il ripristino energetico.

Tecniche specifiche per infortuni comuni

Tendinopatie

  • Carico progressivo e controllato: terapia del carico pesante o moderato con volumi limitati e recuperi adeguati, evitando picchi improvvisi.
  • Stimolo eccentrico e concentrico bilanciato: introdurre esercizi eccentrici mirati per migliorare la robustezza tendinea, mantenendo una tolleranza al dolore gestibile.
  • Periodizzazione del dolore: leggere segnali dolorosi per modulare l’allenamento non appena i sintomi si aggravano.

Lesioni muscolari pregresse

  • Riposo relativo e rientro graduale: evitare riaggregazioni acute riattivando lentamente i movimenti di forza e potenza.
  • Lavoro di stabilità e controllo neuromuscolare: esercizi di core e di controllo motorio per ridurre il rischio di ricadute.
  • Progressive overload controllato: l’aumento del carico deve essere modulato e giustificato dai test di recupero e dal dolore.

Infortuni articolari (ginocchio, caviglia)

  • Rinforzo mirato dei muscoli stabilizzatori: quadricipiti, retinacoli, glutei, per migliorare la stabilità articolare.
  • Lavoro a basso impatto: sedute di bici, nuoto o corsa su superficie morbida, con monitoraggio accurato del dolore.
  • Tecnica di movimento: enfatizzare una tecnica corretta per ridurre stress meccanico sui tessuti infortunati.

Ripresa di sport ad alto impatto (salto, sprint)

  • Progressione modulata: ridurre l’altezza e la frequenza inizialmente, aumentando gradualmente con una valutazione continua del dolore.
  • Esplorazione di alternative: sessioni di tecnica di corsa, pliometria leggera e lavori di potenza in ambienti controllati.

Strumenti di monitoraggio e tecnologie utili

  • App e software di programmazione: TrainingPeaks, Final Surge o platform simili per tracciare volume, intensità, e tRA (tempo reale di avanzamento) e riposare in modo ragionato.
  • Dispositivi per HRV e recupero: misuratori HRV, orologi intelligenti o anelli di rilevamento del sonno per valutare il recupero e la variabilità.
  • Diario digitale: registro quotidiano di dolore, umore, sonno, appetito e sintomi per individuare pattern di sovraccarico o recupero insufficiente.

Questi strumenti aiutano sia l’allenatore sia l’atleta ad avere una visione chiara dello stato di forma e a prendere decisioni basate sui dati.

Esempio di piano di allenamento settimanale orientato al recupero e al carico controllato

Nota: questo è un modello generico. Ogni piano deve essere adattato al tipo di infortunio e alle condizioni dell’atleta, preferibilmente sotto supervisione di un medico sportivo o di un preparatore fitness.

  • Lunedì: lavoro di forza generale (full body, esercizi a basso impatto), 45-60 minuti; focus su core, glutei e quadricipiti; sessione di mobilità 10-15 minuti.
  • Martedì: cross-training non ad alto impatto (nuoto o ciclismo a intensità moderata) 40-60 minuti; lavoro di resistenza cardiorespiratoria a bassa intensità. Dolore minimo.
  • Mercoledì: sessione di riabilitazione mirata all’infortunio (esercizi specifici di rinforzo, propriocezione e mobilità) 45 minuti; controllo del dolore e recupero attivo.
  • Giovedì: lavoro di forza specifico e potenza controllata (pesi moderati, range di movimento completo ma non intenso sui tessuti infortunati) 40-60 minuti; stretching dinamico.
  • Venerdì: recupero attivo e tecnica di movimento (ballo, nuoto rilassato, lavoro di tecnica di corsa se appropriato) 30-45 minuti.
  • Sabato: allenamento di campo o sport a rischio ridotto (es. mini-partite tattiche senza contatto o situazioni di gioco controllate) 40-60 minuti; sessione di discesa intensità e ritiro al dolore.
  • Domenica: riposo completo o attività molto leggera come camminata rilassata 20-30 minuti.

Questo schema enfatizza la progressione graduata, alternando fasi di carico controllato a giorni di recupero attivo e integrando la riabilitazione specifica.

Riepilogo

In sintesi, la gestione del carico per atleti con infortuni pregressi richiede una visione olistica: bilanciare carico interno ed esterno, monitorare sintomi e recupero, pianificare in modo periodizzato e utilizzare strategie di auto-regolazione. L’obiettivo è mantenere la qualità dell’allenamento senza compromettere la riabilitazione, con particolare attenzione agli indicatori di dolore, sonno e stanchezza. Integrare cross-training, rinforzo mirato, riposo adeguato e una nutrizione adeguata è essenziale per sostenere una ripresa sicura e un ritorno competitivo efficace.

Se vuoi, posso personalizzare ulteriormente l’articolo con esempi di piani settimanali basati su un muscolo o su una tipologia di infortunio specifica. Inoltre, posso fornire una checklist stampabile per il monitoraggio settimanale del carico e del dolore, da utilizzare con l’atleta durante la fase di riabilitazione.