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HIIT e riabilitazione sportiva: precauzioni generali

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Foto Aparna Johri su Unsplash

HIIT e riabilitazione sportiva: precauzioni generali

L’allenamento ad alta intensità intermittente (HIIT) è una strategia sempre più utilizzata anche nel percorso di riabilitazione sportiva. Quando ben pianificato, HIIT può contribuire a migliorare la capacità cardiorespiratoria, la tolleranza allo sforzo e la forza funzionale in tempi relativamente brevi. Tuttavia, in ambito riabilitativo, l’uso di HIIT comporta anche rischi specifici se non viene gestito con criteri di sicurezza, valutazione clinica e progressioni moderate. In questo articolo esploriamo le precauzioni generali da considerare per integrare HIIT in riabilitazione sportiva in modo efficace e sicuro.

Cos’è HIIT e perché è rilevante nella riabilitazione sportiva

Definizione e principi

HIIT indica un protocollo di allenamento che alterna brevi periodi di sforzo ad alta intensità a intervalli di recupero o sforzo ridotto. Nella riabilitazione sportiva, HIIT può essere adattato per stimolare sistemi energetici, migliorare efficienza vascolare e promuovere adattamenti neuromuscolari senza richiedere ore di allenamento continuo. L’obiettivo è fornire stimoli adeguati al recupero funzionale senza sovraccaricare tessuti in fase acuta di guarigione.

Benefici e limiti nel contesto riabilitativo

I potenziali benefici includono:

  • Miglioramento della capacità di lavoro cardiaco e del metabolismo energetico.
  • Stimolo della funzione muscolare e della coordinazione neuromuscolare.
  • Tempo di allenamento relativamente breve rispetto a sessioni di cardio continue, utile nelle fasi di riabilitazione con limiti di tempo.

I limiti e i rischi da considerare includono:

  • Stress eccessivo su tessuti in riabilitazione (tendini, legamenti, tessuto osseo).
  • Aumento del dolore o dei sintomi associati all’infortunio, che può rallentare la guarigione.
  • Necessità di una valutazione clinica accurata e di una progressione personalizzata.

Per questo motivo HIIT in riabilitazione dovrebbe partire solo dopo una valutazione medica o fisioterapica e sempre sotto supervisione professionale.

Precauzioni generali da osservare

Valutazione iniziale e test di idoneità

Prima di introdurre HIIT in un percorso di riabilitazione sportiva, è essenziale una valutazione completa:

  • Analisi della storia clinica dell’infortunio, del tempo di guarigione e dei sintomi a riposo e durante lo sforzo.
  • Verifica della stabilità articolare, della mobilità, della forza funzionale e della sintomatologia dolorosa.
  • Oppure l’esecuzione di test di idoneità specifici per l’esercizio, adulti e atleti, che consentano di stabilire se e quando l’intensità elevata possa essere progressivamente introdotta.
  • Valutazione di comorbidità che potrebbero influenzare la tolleranza all’esercizio (età, condizioni cardiache, diabete, ipertensione, obesità).

Stato di guarigione e tempi di progressione

  • Le fasi iniziali di riabilitazione spesso richiedono attenzioni particolari: dolore, gonfiore, limitazione della funzione, rischio di re-infortunio devono guidare le scelte sull’uso del HIIT.
  • La progressione dell’intensità e della durata delle interruzioni deve essere graduale. Partire da intervalli molto brevi e da intensità moderate, monitorando attentamente la risposta del corpo.

Gestione del carico, progressione e monitoraggio

  • Definire carico di lavoro in base a criteri misurabili: frequenza cardiaca Target (HRmax, HRR), percezione di sforzo (RPE) e dolore associato.
  • Adottare una progressione step-by-step: aumentare poco per volta l’intensità, la durata degli intervalli o la densità degli intervalli, mantenendo i tempi di recupero costanti o aumentando leggermente i recuperi.
  • Monitorare costantemente segnali di sovraccarico: dolore persistente, edema,instabilità o peggioramento della funzione. In presenza di segnali di allarme, sospendere l’intervento e rivalutare.

Sicurezza e gestione del rischio di infortuni

  • Riscaldamento adeguato e progressivo: sono fondamentali per ridurre il rischio di lesioni e per preparare tendini, legamenti e muscoli all’impegno ad alta intensità.
  • Contesto e ambiente sicuri: superfici stabili, attrezzatura adeguata, controlli su eventuali limitazioni posturali o di equilibrio.
  • Scelta di modalità appropriate: iniziare con HIIT a basso impatto (es. cyclette, vogatore o ellittica) piuttosto che salti o sprint ad alto impatto se non pronti.
  • Raggiungibilità di una pronta gestione del dolore o di un peggioramento. Diritto di ritirarsi dall’allenamento se si verifica dolore acuto o segni di infiammazione.

Ruolo del team sanitario

  • Il medico sportivo, il fisioterapista e l’allenatore dovrebbero collaborare per adattare protocolli, definire criteri di avanzamento e monitorare la risposta al trattamento.
  • La comunicazione tra professionisti e atleta è cruciale: ogni modifica di intensità, durata o frequenza deve essere documentata e giustificata.

Protocolli HIIT adattati alle fasi della riabilitazione

Fase iniziale di riabilitazione

  • Obiettivo: attivazione neuromuscolare leggera, controllo del dolore, mantenimento di una certa capacità cardiopolmonare senza sovraccaricare i tessuti interessati.
  • Esempio di impostazione: intervalli brevi di lavoro a intensità moderata (ad es. 60-70% HRmax o RPE 4-6 su una scala da 1 a 10) di 15-20 secondi, seguiti da recupero di 60-90 secondi. Frequenza: 6-8 cicli per sessione, 2-3 volte a settimana.
  • Modalità: principalmente basso impatto (cyclette, vogatore, ellittica), evitando saltelli o sprint su superfici dure.

Fase di consolidamento progressivo

  • Obiettivo: aumentare gradualmente la tolleranza all’intensità e al volume, migliorando la resistenza e la forza funzionale.
  • Esempio di impostazione: intervalli di lavoro 25-40 secondi a intensità 75-85% HRmax, recupero di 60-90 secondi. Circuiti progressivi con 4-6 cicli iniziali, incrementando a 8-10 cicli a seconda della risposta.
  • Modalità: combinare HIIT su cyclette, tapis roulant con camminata/moderata, and a step-down se la cartilagine e i tessuti molli hanno recuperato adeguatamente.

Fase di ritorno a pieno carico

  • Obiettivo: integrare HIIT come parte di un programma di riabilitazione completo prima del ritorno allo sport in piena competizione.
  • Esempio di impostazione: intervalli di lavoro di 45-60 secondi ad intensità vicina al massimo tollerato, recupero di 60-120 secondi, oppure structure “work-rest-work-rest” più alternata a intensità moderata su più gruppi muscolari. Durata complessiva della sessione 20-40 minuti.
  • Note importanti: la progressione deve essere rapida solo se la funzione muscolo-scheletrica, la meccanica del movimento e la stabilità articolare sono adeguate. L’allenamento ad alta intensità non dovrebbe sostituire completamente le fasi di riabilitazione funzionale mirata al tessuto infortunato.

Esempi pratici di protocolli e alternative sicure

Esempi di protocolli HIIT adattati

  • HIIT a basso impatto su cyclette: 20 secondi di lavoro a 70-85% HRmax, 60-90 secondi di recupero attivo, 8-10 cicli. Riscaldamento e defaticamento di 5-10 minuti ciascuno.
  • HIIT controllato su tapis roulant con camminata inclinata: 30 secondi di camminata rapida o leggero jogging su pendenza moderata, 60-90 secondi di camminata recupero. Totale 6-8 cicli.
  • HIIT su vogatore o macchina ellittica: intervalli da 20-30 secondi ad alta intensità, recupero 60-90 secondi, 6-10 cicli, con load progression graduata.

Alternative utili in riabilitazione

  • Circuiti di attivazione muscolare: esercizi mirati a stabilità del core, controllo scapolare, attivazione della muscolatura prominente vicino all’area ferita, eseguiti a bassa intensità.
  • Allenamento di resistenza leggera: serie multiple di 12-15 ripetizioni con carichi moderati per migliorare la forza funzionale senza sovraccaricare i tessuti lesionati.
  • Attività aerobica teoricamente meno stressante: nuoto, acquaticità o camminata in acqua, che riducono l’impatto sulle articolazioni e favoriscono la circolazione.

Nota: questi protocolli sono esempi generali. Ogni atleta e ogni lesione richiede una personalizzazione basata sull’esame clinico. In presenza di sintomi di allarme, come dolore acuto, gonfiore marcato, o perdita di funzione, interrompere l’attività e consultare immediatamente un professionista.

Considerazioni per popolazioni specifiche

Atleti con lesioni comuni

  • Ginocchio: attenzione a sovraccarichi sui tendini e sull’interfaccia femoro-rotulea; privilegiare HIIT a basso impatto e lavori di rinforzo mirato.
  • Caviglia e piede: ridurre l’impatto e preferire esercizi su superfici morbide o con supporti adeguati; evitare salti ripetuti nelle fasi precoci.
  • Colonna: evitare movimenti di torsione o flessione eccessiva durante HIIT, optare per protocolli che enfatizzino stabilità e controllo del core.

Età e comorbidità

  • Adattare intensità, frequenza e volume alle capacità cardiache, alle condizioni muscolo-scheletriche e all’uso di farmaci.
  • Per anziani o soggetti con condizioni mediche, l’approccio HIIT richiede una supervisione stretta, test periodici e una progressione molto cauta.

Tendinopatie e lesioni muscolari

  • Evitare carichi bruschi e ritmi molto veloci nelle fasi iniziali.
  • In fasi successive, includere progressioni di carico graduali e monitorate da professionisti, tenendo conto dei sintomi.

Riepilogo e consigli chiave

  • HIIT può supportare la riabilitazione sportiva se usato in modo mirato, con criteri di idoneità, monitoraggio e progressione ben definiti.
  • La valutazione iniziale è cruciale: dolorabilità, mobilità, forza e funzione devono essere considerati prima di introdurre intensità elevate.
  • La gestione del carico: imposta obiettivi di HR o RPE, definisci intervalli e recuperi appropriati e programma revisioni regolari della risposta al programma.
  • Scegli modalità a basso impatto nelle fasi iniziali, passando a opzioni più intense solo quando la risposta clinica lo permette.
  • Il team sanitario è fondamentale: fisioterapisti, medici e allenatori devono lavorare insieme per adattare protocolli, monitorare la risposta e prevenire recidive.
  • Personalizzazione è la regola d’oro: ogni atleta e ogni infortunio richiede un piano specifico, rivisto periodicamente.

Seguire queste precauzioni generali può aiutare ad integrare HIIT in riabilitazione sportiva in modo sicuro ed efficace, favorendo recupero funzionale e ritorno all’attività sportiva con maggiore consapevolezza del rischio e controllo del carico. Se non sei sicuro di come procedere, consulta sempre un professionista sanitario specializzato in riabilitazione sportiva prima di iniziare qualsiasi programma HIIT.