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Glutammina: utili riferimenti per farmacisti e nutrizionisti

clear glass bottle near fruits
Foto Marianne Krohn su Unsplash

Glutammina: utili riferimenti per farmacisti e nutrizionisti

La glutammina (L-glutammina) è l’amminoacido condizionatamente essenziale che assume un ruolo chiave in numerosi processi fisiologici, soprattutto in condizioni di stress metabolico, malnutrizione o malattie intestinali. Per farmacisti e nutrizionisti, conoscere le indicazioni, le formulazioni disponibili, i dosaggi e la sicurezza è fondamentale per orientare la dispensazione, la nutrizione clinica e l’uso razionale degli integratori. Questo articolo ripercorre i concetti essenziali, raccoglie riferimenti di riferimento e propone riferimenti pratici per l’attività professionale.

Cos’è la glutammina: biologia e metabolismo

  • Ruolo fisiologico: la glutammina è l’amminoacido più abbondante nel plasma e nei tessuti. Viene prodotta principalmente dal muscolo scheletrico e trasportata in forma di glutamina verso tessuti ad alta richiesta energetica e di sintesi, come l’intestino, il sistema immunitario e i tessuti particolarmente esposti allo stress ossidativo.
  • Funzioni chiave:
    • Mantenimento dell’integrità della mucosa intestinale: la glutammina è una fonte di energia primaria per enterociti e cellule immunitarie intestinali.
    • Scambio di azoto: agisce come donatore di azoto nei diversi tessuti, supportando la sintesi proteica e il metabolismo.
    • Antiossidante e supporto al sistema immunitario: fornisce precursori per la sintesi di glutathione e supporta la funzione immunitaria in condizioni di malnutrizione o trauma.
  • Stato di stress e domanda aumentata: condizioni come ustioni, traumi, infezioni gravi, malnutrizione proteico-calorica e malattie gastrointestinali aumentano la domanda di glutammina. In tali contesti, la glutammina può comportarsi da aminoacido condizionatamente essenziale.

Contesto clinico: indicazioni principali e popolazioni interessate

  • Nutrizione parenterale e enterale: la glutammina è spesso impiegata come dipeptide L-alanil-L-glutamina (ad es. dipeptidi somministrati in PN) per migliorare l’integrità della mucosa e ridurre le complicanze infettive in pazienti nutrizionalmente compromessi.
  • Traumi e ustioni: alcuni studi hanno riportato benefici su outcome come infezioni e bilancio nitrogeno, anche se i risultati non sono uniformi tra tutte le popolazioni.
  • Malnutrizione associata a patologie gastrointestinali: pazienti con malassorbimento, dopo resezione intestinale o in condizioni di malassorbimento diffuso possono trarre beneficio dal supporto glutamminico, soprattutto quando è presente carenza nutrizionale.
  • Patologie epatobiliari e renali: l’uso della glutammina va calibrato; in pazienti con insufficienza epatica grave o encefalopatia, l’uso non è automatico e richiede supervisione clinica. In genere, la sicurezza dipende dalla fonte (glutammina libera vs dipeptide) e dal dosaggio.
  • Attività sportiva e condizioni non cliniche: in ambito sportivo, l’uso di glutammina è comune tra atleti per favorire il recupero muscolare e la funzione immunitaria, sebbene l’evidenza sull’efficacia clinica sia variabile. Per i professionisti sanitari è fondamentale distinguere tra uso sportivo e uso medico/nutrizionale in ambito clinico.

Note utili per i professionisti:

  • L’evidenza è eterogenea a seconda della popolazione e della via di somministrazione (orale vs parenterale). Le linee guida tendono a raccomandare l’uso mirato in contesti di nutrizione artificiale o condizioni specifiche di catabolismo, piuttosto che indicarlo in modo routinario in tutte le popolazioni.

Formulazioni, dosaggi e somministrazione

Formulazioni disponibili

  • Glutammina libera (amminoacido): disponibile come integratore alimentare o come componente di soluzioni per nutrizione parenterale (PN) in alcune formulazioni.
  • L-alanil-L-glutamina (dipeptide): formulazione di elezione nelle PN, poiché è più stabile e meglio assorbibile nei processi di preparazione e somministrazione in PN.

Dosi comuni (indicazioni generali)

  • Nutrizione parenterale (parenteral nutrition, PN): le raccomandazioni tipiche si aggirano intorno a 0,3–0,5 g/kg/giorno di glutammina totale o all’equivalente di L-alanil-L-glutamina nel contesto della PN. Definizioni precise variano a seconda della formulazione commerciale e delle linee guida locali.
  • Somministrazione orale o enterale: spesso si usano dosi frazionate nell’arco della giornata, con range indicativo di circa 5–20 g al giorno, adattate al profilo nutrizionale, al peso e alle comorbidità del paziente.
  • Popolazioni speciali: in pazienti pediatrici, anziani o in condizioni particolari (ad es. malassorbimento severo) i dosaggi vanno personalizzati e monitorati da un team multidisciplinare.

Considerazioni pratiche

  • Forma e stabilità: la dipeptide L-alanil-L-glutamina è preferita in PN per la stabilità; se si usano glutammina libera, è importante verificare compatibilità con la formulazione parenterale e con i componenti della nutrizione.
  • Assorbimento e interazioni: l’assorbimento non è sempre lineare e può essere influenzato dallo stato nutrizionale generale e dal transito gastrointestinale.
  • Riequilibrio proteico: in contesti di malnutrizione proteica, la glutammina è parte di un profilo di proteine essenziali e va integrata nel contesto di un piano nutrizionale globale calibrato.

Sicurezza, interazioni e controlli di qualità

  • Sicurezza generale: in dosaggi raccomandati, la glutammina è generalmente ben tollerata. Possibili effetti collaterali includono disturbi GI lievi; rare reazioni allergiche non sono comuni.
  • Controindicazioni e cautela: in condizioni di encefalopatia associata a insufficienza epatica grave o iperammoniemia, l’uso deve essere attentamente valutato e monitorato. Pazienti con patologie renali non sempre necessitano di interrompere l’uso, ma va valutato il bilancio proteico e azotato.
  • Effetti avversi e monitoraggio: monitorare bilancio azotato, funzione renale ed epatica, stato nutrizionale e eventuali segni di intolerance GI. In PN, la corretta integrazione della glutammina dovrebbe essere accompagnata da una sorveglianza clinica e laboratoristica regolare.
  • Interazioni farmacologiche: non sono ampiamente documentate interazioni dirette tra glutammina e farmaci comuni; tuttavia, in pazienti polimedicati o con patologie epatiche/renali, è fondamentale valutare l’effetto aggregato sull’azoto e sul metabolismo.

Ruolo pratico del farmacista e del nutrizionista

  • Valutazione clinica mirata: verificare lo stato nutrizionale del paziente, la presenza di malattia intestinale, traumi, ustioni o condizioni di malnutrizione che giustifichino un supporto glutamminico.
  • Scelta della formulazione: privilegiare la formulazione dipeptidica nelle PN per stabilità e bilancio metabolico; considerare glutammina libera solo se appropriato e con controllo clinico.
  • dosaggio e monitoraggio: definire dosi personalizzate e monitorare parametri nutrizionali, funzione epatica e renale, bilancio azotato e presenza di eventuali effetti avversi.
  • Sicurezza e qualità: consigliare prodotti di qualità certificata (ad es. GMP/USP o equivalenti) e informarsi su etichette, provenienza e data di scadenza. Evitare integratori di dubbia provenienza, soprattutto in contesti clinici complessi.
  • Integrazione nel piano nutrizionale: coordinare con il resto del team multidisciplinare (dietisti, medici, infermieri) per allineare glutammina a obiettivi di bilancio proteico, funzione immunitaria e integrità della mucosa.

Riferimenti utili e risorse per professionisti

  • NIH Office of Dietary Supplements – Glutamine: schede informative che riassumono fonti, uso e sicurezza dell’integrazione di glutammina, utili come punto di partenza per la comunicazione con pazienti e colleghi.
  • StatPearls – Glutamine: voce clinica che presenta panoramiche su farmacologia, indicazioni cliniche, dosaggi e sicurezza, utile come riferimento rapido in ambulatorio o in reparto.
  • ESPEN (European Society for Clinical Nutrition and Metabolism) – linee guida e raccomandazioni sulla nutrizione artificiale e sull’uso di amminoacidi in PN: fonti autorevoli per decidere l’inclusione di glutammina in PN e per la gestione del paziente nutrizionalmente compromesso.
  • Linee guida nazionali e locali: consultare le raccomandazioni ufficiali degli enti sanitari competenti del proprio Paese per adeguare dosaggi, fonti e monitoraggio alle normative vigenti.
  • Letteratura clinica: articoli su effetti clinici della glutammina in popolazioni specifiche (traumi, ustioni, malnutrizione, patologie GI) pubblicati su riviste di nutrizione clinica e medicina interna. La qualità dei trial è variabile; confrontare sempre il disegno dello studio, dimensione campione e popolazione.

Note utili per la pratica quotidiana:

  • Mai sostituire una terapia nutrizionale completa con una singola integrazione; la glutammina va considerata nel contesto di un piano nutrizionale globale.
  • Personalizzare sempre dosaggi e formulazioni in base a peso, stato nutrizionale, funzione epatica e renale, gravità clinica e obiettivi terapeutici.
  • Aggiornarsi sulle nuove evidenze: la letteratura sull’efficacia clinica della glutammina in PN, soprattutto in popolazioni diverse, continua a evolversi e potrebbe cambiare le raccomandazioni nel tempo.

Riepilogo

  • La glutammina è un amminoacido chiave per la mucosa intestinale, l’azoto e la risposta immunitaria, particolarmente importante in condizioni di stress metabolico.
  • In nutrizione clinica, la forma dipeptidica L-alanil-L-glutamina è spesso preferita per la PN; in altre situazioni si può considerare glutammina libera a dosi personalizzate.
  • Le indicazioni si concentrano su PN, malnutrizione associata a malattie gastrointestinali, traumi e ustioni; l’uso routinario in tutte le popolazioni non è universalmente supportato dall’evidenza.
  • Sicurezza e tollerabilità sono generalmente buone ai dosaggi consigliati, ma vanno monitorate funzione epatica e renale, bilancio azotato e eventuali disturbi GI.
  • Per farmacisti e nutrizionisti è fondamentale valutare ogni paziente singolarmente, scegliere la formulazione più adeguata, monitorare gli esiti nutrizionali e garantire la qualità dei prodotti utilizzati.
  • Fonti affidabili includono risorse NIH/Ods, StatPearls, linee guida ESPEN e la letteratura clinica; mantenere un aggiornamento costante è essenziale per l’uso sicuro ed efficace della glutammina.

Se vuoi, posso integrare l’articolo con riferimenti bibliografici specifici o adattare i dosaggi e le raccomandazioni alle linee guida della tua regione.