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Omega-3 e sostenibilità ambientale: analisi di impatto

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Foto Moment PTP su Unsplash

Omega-3 e sostenibilità ambientale: analisi di impatto

Gli Omega-3, in particolare EPA e DHA, sono nutrienti essenziali per la salute cardiovascolare, lo sviluppo cerebrale e la modulazione dell’infiammazione. Tuttavia, la domanda globale di Omega-3 è cresciuta rapidamente, e ciò ha acceso l’interesse per l’impatto ambientale delle fonti tradizionali e delle alternative sostenibili. In questo articolo analizziamo l’impatto ambientale della catena di valore degli Omega-3, esplorando fonti, tecnologie, certificazioni e buone pratiche che possono coniugare salute pubblica e sostenibilità, con una prospettiva di lifecycle assessment (LCA) e governance responsabile.

Introduzione

L’assunzione di EPA e DHA è spesso associata al consumo di pesce e agli integratori a base di olio di pesce. Le dinamiche di pesca, la gestione degli stock ittici, l’acquacoltura e la trasformazione industriale influiscono direttamente sull’impronta di carbonio, sull’uso di risorse idriche e sulla biodiversità marina. Allo stesso tempo, le ricerche e le innovazioni tecnologiche stanno aprendo nuove strade, come l’olio di alghe e la produzione di Omega-3 tramite biotecnologie, che promettono di ridurre la pressione sui mari e di offrire alternative altrettanto efficaci dal punto di vista nutrizionale. L’analisi di impatto ambientale diventa quindi cruciale per guidare scelte consapevoli da parte di consumatori, aziende e policy maker.

Fonti di omega-3 e impatto ambientale

Fonti marine tradizionali: pesce e olio di pesce

La maggior parte degli Omega-3 nelle diete occidentali proviene da olio di pesce o da pesce stesso. Queste fonti hanno un’impronta ambientale variabile, fortemente influenzata da pratiche di pesca e dal modo in cui gli oceani sono gestiti. Tra i principali rischi ambientali legati alle fonti marine:

  • sovrasfruttamento degli stock ittici e perdita di biodiversità;
  • bycatch, cioè catture accidentali di specie non bersaglio, con conseguenze ecologiche;
  • impatti legati alle tecniche di pesca intensive (es. pesca a strascico), che possono danneggiare habitat bentonici e ecosistemi costieri;
  • in alcuni casi, elevato consumo energetico nelle flotte e nella trasformazione industriale;
  • volatilità dei prezzi legata alle fluttuazioni degli stock e alle condizioni climatiche.

Nonostante queste criticità, esistono pratiche responsabili: pesce certificato MSC (Marine Stewardship Council) o altri schemi di pesca sostenibile, tracciabilità lungo la filiera e tagli di pesi e misure che mirano a ridurre impatti ambientali. Tuttavia la sostenibilità non è garantita automaticamente solo dall’origine; è necessaria una gestione integrata dell’intera catena di valore.

Fonti vegetali e alghe: olio di alghe, ALA

Fonti vegetali e algali offrono alternative interessanti. L’acido alfa-linolenico (ALA) presente in semi di lino, chia e noci può contribuire al fabbisogno di Omega-3, ma la conversione di ALA in EPA/DHA nell’organismo umano è limitata e variabile. Per porzioni significative di EPA e DHA, le alternative basate su alghe hanno guadagnato terreno: oli di alghe che contengono DHA (e, in alcune formulazioni, EPA) direttamente. I vantaggi ambientali includono:

  • minore pressione sui mari: non dipende dalla cattura di pesce per ottenere EPA/DHA;
  • possibilità di coltivazione controllata, spesso con uso efficiente di risorse;
  • potenziale uso di CO2 come input durante la coltivazione (ciclo di carbonio integrato).

Gli svantaggi includono la necessità di energia per coltivare, estrarre e purificare l’olio di alghe, nonché costi di produzione attualmente più elevati rispetto agli oli di pesce, sebbene i trend tecnologici mostrino miglioramenti continui e riduzioni dei costi con economie di scala e automazione.

Analisi di impatto ambientale della catena di valore degli omega-3

Pesca e cattura, rischi e opportunità

L’analisi LCA della pesca tradizionale evidenzia che gli impatti ambientali sono molto dipendenti da:

  • quota di pesca sostenibile e gestione degli stock;
  • modalità di cattura (per esempio pesca a traino vs. pesca selettiva);
  • tasso di bycatch e sforzi di mitigazione (dispositivi di mitigazione, aree protette);
  • distanza di trasporto e conservazione del pescato.

In questo contesto, la transizione verso pratiche di pesca sostenibile e la preferenza per pesce proveniente da stock ben gestiti può ridurre l’impronta di carbonio e migliorare la resilienza degli ecosistemi marini. Inoltre, la destinazione di una quota maggiore di Omega-3 a prodotti trasformati ad alta efficienza nutritiva può ottimizzare l’apporto nutrizionale per porzioni ridotte, con potenziale riduzione del fabbisogno complessivo di risorse.

Acquacoltura per olio di pesce vs alternative

L’acquacoltura ha avuto una storia morta e viva: da un lato è una fonte stabile di Omega-3, dall’altro può presentare problemi legati a effluenti, uso di antibiotici, benessere animale e rilascio di specie invasive. In ottica LCA, gli impatti dipendono da:

  • pratiche di gestione della qualità dell’acqua e ricircolo (RAS);
  • alimentazione dei pesci e sostituzione di parte del pesce fresco con proteine alternative (incluso olio di alghe o microalghe nel feed);
  • emissioni energetiche correlate a sistemi di controllo ambientale;
  • possibilità di integrazione in sistemi circolari che riutilizzano nutrienti e rifiuti organici.

Le soluzioni emergenti includono l’uso di olio di alghe come ingrediente di feed, che può ridurre la dipendenza dai lipidi di pesce integrando EPA/DHA direttamente in modo sostenibile, con potenziale riduzione degli impatti legati all’allevamento tradizionale.

Trasformazione, confezionamento e trasporto

La trasformazione industriale degli Omega-3 e il confezionamento comportano consumi energetici e uso di solventi. Il trasporto, soprattutto se a grande distanza tra continente di produzione e mercato, contribuisce all’impronta di carbonio complessiva. Strategie di mitigazione includono:

  • ottimizzazione della logistica e riduzione del trasporto aereo in favore di rotte marittime o multimodali;
  • imballaggi efficienti e riciclabili;
  • impiego di energie rinnovabili negli impianti di produzione e trasformazione.

Biodiversità e uso delle risorse

La sostenibilità non è solo una questione di emissioni: la biodiversità marina è un aspetto cruciale. Raccolte non sostenibili, pratiche di pesca distruttive e perdita di habitat hanno effetti a lungo termine. Le soluzioni includono l’adozione di certificazioni e la preferenza per fornitori con pratiche di gestione ambientale integrate, nonché lo sviluppo di tecnologie per ridurre l’impatto sull’ecosistema.

Strategie per una Omega-3 più sostenibile

Certificazioni e tracciabilità

  • MSC e ASC offrono schemi riconosciuti per garantire pratiche di pesca sostenibile e di allevamento responsabile;
  • etichette chiare e tracciabilità lungo la filiera aiutano i consumatori a fare scelte informate;
  • la trasparenza sui valori nutrizionali e sull’impronta di carbonio è cruciale per una comunicazione affidabile e per contrastare il greenwashing.

Tecnologie emergenti e innovazione

  • olio di alghe in bioreattori: produzione controllata, potenziale uso di CO2 industriale come input, minore dipendenza da azioni di pesca;
  • fermentazione microbica per la sintesi di EPA/DHA: promette scalabilità e riduzione dei costi;
  • integrazione dell’Omega-3 in formulazioni alimentari e integratori con processi di purificazione efficienti;
  • ricerca su alimenti arricchiti e sull’uso di Omega-3 in contesti clinici e nutrizionali, ottimizzando biodisponibilità e necessità di dosaggio.

Regolamentazione e governance

  • politiche di incentivi per tecnologie di produzione sostenibile e per l’adozione diffusa di olio di alghe;
  • standard di verifica delle emissioni lungo la catena di fornitura;
  • sostegno a progetti di ricerca e sviluppo per ridurre i costi e aumentare la resa delle tecnologie innovative.

Ruolo del consumatore e scelte d'acquisto

  • privilegia prodotti con certificazioni di sostenibilità (MSC, ASC) e con etichette trasparenti sull’impronta di carbonio e sull’origine;
  • considera l’olio di alghe o integratori basati su alghe come alternative potenzialmente più sostenibili rispetto all’olio di pesce;
  • valuta soluzioni di integratori che combinano EPA/DHA con ALA in modo equilibrato, tenendo presente che la conversione di ALA in EPA/DHA è limitata;
  • evita greenwashing: verifica claim e propone domande mirate al fornitore su fonti, pratiche di gestione e metodi di produzione.

Implicazioni per dieta, innovazione e politica pubblica

La sostenibilità degli Omega-3 dipende dall’equilibrio tra domanda e offerta, dall’innovazione tecnologica e da politiche che favoriscono pratiche responsabili lungo la filiera. Per i governi è cruciale supportare la ricerca su coltivazione di microalghe, bioreattori ad alta efficienza, riduzione degli sprechi e sistemi di incentivi per pratiche di pesca responsabile. Per le aziende è fondamentale investire in tracciabilità, certificazioni affidabili e comunicazione chiara delle reali prestazioni ambientali delle loro linee di prodotto. Per i consumatori, scegliere con consapevolezza e supportare l’innovazione sostenibile è un modo concreto per allineare salute pubblica e tutela ambientale.

Riepilogo finale

  • Gli Omega-3 (EPA e DHA) hanno un ruolo chiave per la salute, ma la loro sostenibilità dipende dalla fonte e dalla gestione della filiera.
  • Le fonti marine tradizionali presentano rischi legati a sovrasfruttamento, bycatch e impatti sugli habitat; le certificazioni e la tracciabilità aiutano a mitigare tali problemi.
  • Le alghe e le tecnologie di produzione in bioreattori offrono alternative potenzialmente più sostenibili, con vantaggi in termini di riduzione della pressione sugli oceani e uso controllato delle risorse.
  • LCA e indicatori di sostenibilità (impronta di carbonio, uso idrico, biodiversità) sono strumenti essenziali per guidare decisioni informate di consumatori, aziende e policy maker.
  • Per avanzare, è necessaria una combinazione di innovazione tecnologica, pratiche di pesca e allevamento responsabili, certificazioni robuste e politiche pubbliche che incentivino pratiche sostenibili, trasparenza e riduzione del greenwashing.
  • Scegliere fonti certificate, preferire olio di alghe quando disponibile e supportare soluzioni innovative può contribuire a una catena di Omega-3 che sostiene sia la salute umana sia la salute del pianeta.