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Creatina e metabolismo del lattato: come la creatina influisce su lattato, pH e recupero durante l’allenamento

two red dumbbells sitting on a wooden table
Foto Aleksander Saks su Unsplash

Creatina e metabolismo del lattato: come la creatina influisce su lattato, pH e recupero durante l’allenamento

L’interazione tra creatina e metabolismo del lattato è un tema di grande interesse per atleti e appassionati di fitness. La creatina, soprattutto sotto forma di fosfocreatina (PCr), è una fonte rapida di energia che lavora insieme ad altri sistemi energetici durante sforzi ad alta intensità. Il lattato, spesso visto solo come “scarto”, è invece un sottoprodotto utile e riutilizzabile, che alimenta una parte significativa del metabolismo muscolare grazie al cosiddetto lattato shuttle. In questo articolo esploreremo in modo chiaro come creatina e lattato si influenzano a vicenda, quali sono le implicazioni pratiche per prestazioni sportive, recupero e gestione dell’acidità muscolare, e cosa significa tutto ciò per chi assume integratori di creatina.

Cos’è la creatina e perché è chiave per l’energia muscolare

  • Il sistema fosfocreatina: La creatina entra nelle cellule muscolari e si lega a un gruppo fosfato, formando fosfocreatina. In condizioni di sforzo esplosivo, PCr dona quel fosfato all’ADP per riformare ATP, la “moneta energetica” immediata delle cellule. Questo meccanismo è particolarmente cruciale nei primi secondi di attività intensa, come sprint o sollevamento pesi.
  • Resynthesis di ATP: Durante sforzi brevi ma intensi, l’ATP si esaurisce rapidamente. Il sistema PCr permette una rifornitura molto rapida, ritardando l’uso intensivo del metabolismo anaerobico tradizionale (glicolisi) e quindi modulando indirettamente la produzione di lattato.
  • Effetti sull’esercizio ad alta intensità: A parità di capacità muscolare, avere riserve di PCr più grandi permette di mantenere una potenza maggiore per alcuni secondi, rimandando l’aumento della glicolisi anaerobica e la conseguente produzione di H+ associata all’acidificazione intracellulare.

In sintesi: la creatina non è una fonte di energia primaria per sforzi prolungati, ma potenzia la velocità di resintesi dell’ATP e può modulare la dinamica energetica durante sforzi ad alta intensità.

Che cos’è il lattato e come si muove nel corpo

  • Produzione durante l’alta intensità: Il lattato è prodotto principalmente durante la glicolisi anaerobica quando il metabolismo mitocondriale non è in grado di fornire energia sufficiente al ritmo dell’esercizio. Il lattato è stato a lungo associato all’acidità muscolare (acidosi lattica), ma in realtà è un semplicetrasportatore energetico che può essere riconvertito in piruvato e utilizzato dalle cellule come substrato.
  • Lattato shuttle e trasporto: Il lattato prodotto all’interno della fibra muscolare può essere esportato nel sangue o trasferito tra cellule tramite monocarboxylate transporters (MCT), soprattutto MCT1 nell’ambiente muscolare. Una volta nel circolo o all’interno di altre cellule, il lattato può essere convertito nuovamente in piruvato e ossidato nelle mitocondri, oppure convertito in glucosio nel fegato (gluconeogenesi) o in glicogeno.
  • Ruolo del pH: La produzione di H+ durante la glicolisi è una parte del meccanismo dell’acidità. Il lattato stesso non determina necessariamente la riduzione del pH; è spesso associato a condizioni di accumulo di ioni H+ che limitano la funzione muscolare. Il buffering, l’efficienza respiratoria e la capacità di rimuovere i metaboliti acidi definiscono la tolleranza all’esercizio.

In breve: il lattato è un carburante temporaneo e una molecola di scambio energetico. Il suo trasporto e il suo riutilizzo tramite il lattato shuttle sono elementi chiave della performance durante sforzi intensi.

Interazioni tra creatina e lattato

  • Effetto sull’uso dell’energia: aumentando le riserve di PCr, la creatina riduce in parte la dipendenza iniziale dalla glicolisi per la produzione di ATP. Di conseguenza, a parità di intensità, meno lattato potrebbe essere prodotto rapidamente perché una parte dell’energia viene fornita dal sistema fosfocreatinato piuttosto che dalla glicolisi anaerobica. È importante notare che l’effetto può variare in base al tipo di esercizio, all’intensità e alla durata.
  • Impatto sul lattato sanguigno e sulla prestazione: alcune ricerche hanno mostrato una riduzione relativa del lattato nel sangue durante sforzi massimali o ad alta intensità after creatine supplementation, mentre altre non hanno trovato differenze sostanziali. Quindi, se esiste un effetto, esso dipende dal contesto: tipo di esercizio, carico di lavoro, livello di allenamento e disponibilità di PCr.
  • Buffering e acidità: la presenza di PCr favorisce una rapida resintesi di ATP e può contribuire a un migliore mantenimento del pH intracellulare rispetto a condizioni con scarse riserve di PCr. Un pH intracellulare più stabile può sostenere una maggiore efficacia della glicolisi sostenuta senza un’ondata quanto meno immediata di acidosi lattica. Tuttavia, l’impatto preciso sul pH dipende dall’equilibrio tra produzione di lattato, buffering endogeno e capacità di rimozione.
  • Lattato come fonte energetica: l’aumento dell’uso di lattato come substrato (lattato oxidation) nelle fibre muscolari può essere facilitato dall’allenamento e da una maggiore efficienza mitocondriale. La creatina, migliorando la disponibilità di energia immediata, può indirettamente permettere un allenamento più intenso e, nel tempo, una maggiore capacità di ossidare lattato durante il recupero o l’esercizio di età.

In definitiva, la relazione creatina-lattato è complessa e fortemente dipendente dal contesto fisiologico. L’idea chiave è che la creatina può modulare il contributo di ciascun sistema energetico durante l’esercizio, con potenziali conseguenze sul lattato prodotto e sul suo riutilizzo.

Durante l’allenamento e nel post-allenamento

  • Prestazioni ad alta intensità: per sprint, sollevamento pesi e HIIT, una strategia di integrazione con creatina può offrire vantaggi in termini di potenza sostenuta, consentendo di eseguire più ripetizioni o di mantenere una potenza maggiore nel tempo. Questo contesto potrebbe influire su quanto lattato si accumula per unità di lavoro, con variazioni individuali.
  • Recupero: la ricarica di PCr avviene più rapidamente con una buona quota di creatina intracellulare, favorendo un recupero tra ripetizioni e sessioni. Un recupero più efficiente può tradursi anche in una più rapida rimozione/parziale riutilizzo del lattato durante i periodi di riposo, migliorando le sessioni successive.
  • Utilizzo del lattato nel post-allenamento: dopo l’esercizio, il lattato può essere utilizzato come fonte di energia o convertito in glicogeno nel fegato o nel muscolo. Se l’allenamento ha coinvolto grandi contenuti di lattato, un migliore recupero energetico può agevolare un ritorno allo stato basale più rapido, sostenuto dall’aumento della capacità di ossidazione del lattato in risposta all’allenamento.

Quindi, creatina e lattato interagiscono in modo tale da supportare sia la performance immediata sia il recupero successivo, anche se l’entità dell’effetto può differire tra atleti e schemi di allenamento.

Implicazioni pratiche per atleti e dieta

  • Dosaggio e tempi di assunzione di creatina: i protocolli comuni includono una fase di carico moderata (ad es. 20 g al giorno divisi in 4 dosi per 5–7 giorni) seguita da una dose di mantenimento (3–5 g al giorno). In alternativa, si può utilizzare una via di mantenimento costante senza fase di carico. L’effetto sul lattato non è immediato come sull’aumento della massa muscolare o sulla forza, ma può essere osservabile nel corso delle settimane di integrazione.
  • Sincronizzazione con l’allenamento: assumere creatina vicino agli training, ad esempio poco prima o subito dopo l’allenamento, può favorire una migliore ricarica di PCr tra le sessioni, facilitando l’allenamento successivo e la gestione del lattato. Alcune persone riferiscono maggiori benefici se la creatina è assunta con carboidrati, che possono aumentare l’assorbimento.
  • Nutrizione e idratazione: mantenere un’adeguata idratazione e una dieta bilanciata aiuta a massimizzare l’efficacia della creatina. L’assunzione di carboidrati complessi, proteine adeguate e micronutrienti gioca un ruolo nel supporto della funzione muscolare e nel controllo della glicolisi.
  • Sicurezza ed effetti collaterali: la creatina è generalmente considerata sicura per la maggior parte degli individui sani quando assunta alle dosi raccomandate. Gli effetti avversi comuni includono leggero aumento del peso corporeo per ritenzione idrica muscolare. È consigliabile consultare un professionista della salute se si hanno condizioni renali note o altre patologie.

Riepilogo

  • La creatina, tramite il sistema fosfocreatina, favorisce la rapida resintesi di ATP e può modulare la dipendenza dalla glicolisi durante sforzi ad alta intensità, con potenziali implicazioni sul lattato prodotto.
  • Il lattato è una molecola chiave del metabolismo energetico, non solo un “residuo”: può essere esportato, riutilizzato come fonte di energia o convertito in glicogeno. Il trasporto e l’ossidazione del lattato avvengono in parte grazie a MCT e a una maggiore efficienza mitocondriale.
  • L’interazione tra creatina e lattato è complessa e dipendente dal contesto: in alcuni casi la supplementazione di creatina può ridurre la velocità di accumulo di lattato a parità di intensità o migliorare la capacità di gestione dell’acidità, mentre in altri casi gli effetti possono essere meno evidenti.
  • In ambito pratico, l’assunzione di creatina può supportare prestazioni ad alta intensità e recupero, con benefici indiretti sul metabolismo del lattato grazie a una migliore ricarica di PCr e a una potenziale maggiore efficienza energetica nel post-allenamento.
  • Per massimizzare i benefici, è utile seguire schemi di dosaggio appropriati, integrare con una dieta bilanciata e considerare l’allenamento mirato a aumentare la capacità aerobica e la capacità di ossidare lattato nel lungo periodo.

Se vuoi approfondire come programmare al meglio l’assunzione di creatina in relazione al tuo tipo di sport (ad es. sprint vs endurance) o come monitorare le risposte individuali al lattato durante le sessioni, posso proporti piani di integrazione personalizzati e strumenti di valutazione semplici da utilizzare.