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Caffè e caffeina: effetti sull’assorbimento

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Caffè e caffeina: effetti sull’assorbimento

Il caffè è una delle bevande più consumate al mondo e la caffeina è il suo componente principale, capace di stimolare il sistema nervoso, aumentare la vigilanza e influenzare vari processi fisiologici. Ma come si comporta la caffeina quando si parla di assorbimento di sostanze nel nostro organismo? In questo articolo esploreremo come avviene l’assorbimento della caffeina, quali fattori possono modificarlo e come il caffè può influire sull’assorbimento di nutrienti e farmaci. L’obiettivo è offrire una guida chiara e utile per chi vuole gestire al meglio l’assunzione di caffeina in relazione all’alimentazione e alla salute.

Come viene assorbita la caffeina

Percorso digestivo e biodisponibilità

La caffeina è una molecola lipofila, quindi è rapidamente assorbita dall’apparato digerente. Dopo l’ingestione, una gran parte della caffeina entra velocemente nel flusso sanguigno passando principalmente per lo stomaco e l’intestino tenue. In condizioni standard, il picco di concentrazione plasmatica viene raggiunto mediamente entro 30-60 minuti dall’assunzione. Una volta nel sangue, la caffeina attraversa facilmente le membrane cellulari, inclusa la barriera emato-encefalica, contribuendo agli effetti psicostimolanti tipici.

La clearance della caffeina dipende da numerosi fattori individuali: età, massa corporea, stato di salute, uso di farmaci e, non da ultimo, i geni che codificano l’enzima citocromico CYP1A2, coinvolto nel metabolismo della caffeina. Le persone definite “slow metabolizers” per questa via genetica possono sperimentare effetti della caffeina più prolungati, mentre i “fast metabolizers” la eliminano più rapidamente. Anche la presenza di nicotina, gravidanza, uso di contraccettivi orali e malattie epatiche possono allungare o accorciare la durata di azione della caffeina.

Fattori che influenzano l’assorbimento

Diversi elementi della dieta e dello stile di vita possono modulare l’assorbimento della caffeina:

  • Stato a digiuno vs pasto: in genere la caffeina si assorbe rapidamente sia a stomaco vuoto sia durante un pasto. Tuttavia, la presenza di cibo, in particolare proteine e grassi, può rallentare lo svuotamento gastrico e di conseguenza modulare la velocità con cui la caffeina raggiunge la circolazione sistemica. Il risultato è un picco plasmatico leggermente differito rispetto al consumo a stomaco vuoto, ma spesso con una minore irritazione gastrica.
  • Latte e altri componenti del caffè: l’aggiunta di latte o di altri grassi al caffè può influire sull’assorbimento non tanto della caffeina in senso stretto, quanto sulla velocità di svuotamento gastrico. Un caffè con latte può ritardare l’arrivo del picco di caffeina nel sangue rispetto a una versione nera, ma non cambia la quantità assorbita in modo sostanziale.
  • Polifenoli e altri composti del caffè: il caffè contiene polifenoli, acidi fenolici (come l’acido clorogenico) e altre molecole che possono interagire con l’assorbimento di vari nutrienti. Sebbene la caffeina si assorba rapidamente, questi composti possono influire indirettamente su altri processi digestivi e sull’assorbimento di nutrienti presenti nello stesso pasto.
  • Fattori individuali: acidità gastrica, velocità di transito intestinale e microflora intestinale possono variare tra individui, con conseguenze sull’assorbimento e sull’eliminazione della caffeina e di altre sostanze presenti nel pasto.

Effetti sull’assorbimento di nutrienti

Quando si parla di “effetti sull’assorbimento”, spesso si guarda all’impatto della caffeina e del caffè sull’assorbimento di nutrienti chiave. Ecco i nuclei principali di attenzione.

Ferro e ferro non-eme

Uno degli effetti più studiati riguarda l’assorbimento del ferro non-eme presente negli alimenti vegetali. Diversi studi hanno mostrato che il caffè consumato vicino ai pasti può ridurre l’assorbimento del ferro non-eme. Questo effetto è principalmente attribuibile ai polifenoli presenti nel caffè e, in misura minore, alla caffeina stessa. L’impatto può variare in base al contenuto proteico del pasto, al contenuto di acidi e all’ora della giornata, ma in generale si osserva una riduzione significativa dell’assorbimento del ferro non-eme se si beve caffè durante o subito dopo i pasti ricchi di ferro non-eme.

Per chi ha rischi di carenza di ferro (adolescenti in crescita, donne in gravidanza o allattamento, vegetariani e vegani che si basano su ferro non-eme), una strategia pratica è modulare l’assunzione di caffè rispetto ai pasti principali: bere caffè un po’ prima o dopo i pasti o tenere separati i tempi di assunzione può aiutare a massimizzare l’assorbimento del ferro.

Calcio e altri minerali

Il caffè e la caffeina hanno anche implicazioni sull’escrezione di calcio e, a livello teorico, sull’assorbimento di altri minerali. Alcune ricerche suggeriscono che l’uso consistente di caffeina a dosi elevate possa aumentare l’escrezione urinaria di calcio, con potenziali implicazioni a lungo termine per la salute delle ossa. L’effetto sull’assorbimento di calcio è meno chiaro rispetto all’escrezione; in definitiva, un consumo moderato di caffeina è considerato compatibile con una dieta equilibrata per la maggior parte delle persone, purché si assicuri un adeguato apporto di calcio tramite alimenti o integratori se necessario. Altri minerali come magnesio e zinco hanno meno evidenza di interazioni dirette con la caffeina, ma è sempre utile monitorare l’apporto complessivo se si hanno condizioni specifiche o diete particolari.

Altri nutrienti e micronutrienti

Oltre al ferro e al calcio, la caffeina e il caffè possono, in modo variabile, influenzare l’assorbimento di altri nutrienti presenti nel pasto, come alcuni tipi di proteine e di vitamine liposolubili. L’effetto è generalmente meno marcato rispetto al ferro, ma può contribuire, in contesti particolari (pasto molto ricco di antiossidanti o di nutrienti specifici) a modificare il profilo di assorbimento complessivo. In pratica, per una dieta equilibrata, questi effetti tendono ad essere trascurabili per la maggior parte delle persone, ma possono essere rilevanti per chi segue diete focalizzate su integrazione di ferro o calcio.

Interazioni con farmaci e sostanze

Oltre ai nutrienti, è utile considerare come la caffeina e il caffè possano influire sull’assorbimento di alcuni farmaci e integratori.

Farmaci e assorbimento

La caffeina può modificare, in modo diverso a seconda del farmaco, la velocità di assorbimento o la biodisponibilità di alcuni medicinali:

  • Farmaci che richiedono un ambiente acido o condizioni particolari nello stomaco possono vedere alterato il loro assorbimento in presenza di bevande contenenti caffeina o caffeina stessa, per via di cambiamenti puntuali nell’acidità gastrica e nella motilità.
  • Ferro e calcio: come già detto, il caffè può ridurre l’assorbimento di ferro non-eme e, in misura minore, può influire sull’assorbimento di integratori di calcio se assunti nello stesso momento.

Per chi assume farmaci regolarmente, soprattutto quelli sensibili al cibo o agli orari di assunzione, è consigliabile chiedere al medico o al farmacista se è opportuno modulare l’assunzione di caffè o di determinate bevande, e se è meglio separare l’assunzione di farmaci e caffeina di 1-2 ore.

Consigli di temporizzazione

  • Se si devono assumere integratori di ferro o calcio: evitare di bere caffè durante i pasti principali e preferire l’assunzione di questi integratori a distanza di almeno 1-2 ore dal caffè o dal caffè con latte.
  • Se l’obiettivo è un’azione rapida della caffeina (es. per migliorare l’attenzione durante uno studio o un lavoro), l’assunzione a stomaco vuoto può favorire l’arrivo più rapido del picco plasmatica, ma può aumentare i disturbi gastrici; in alternativa, bere il caffè con cibo leggero per una tollerabilità migliore e un effetto comunque presente.

Come ottimizzare l’assorbimento e massimizzare i benefici

Per chi vuole gestire al meglio l’assorbimento di caffeina e l’impatto sui nutrienti, ecco alcuni consigli pratici.

  • Pianifica i pasti: se vuoi massimizzare l’assorbimento di ferro non-eme, evita caffè o tè durante i pasti principali e privilegia una porzione di cibi ricchi di ferro da assorbire separatamente dal caffè. Includere una fonte di vitamina C nel pasto può migliorare l’assorbimento del ferro non-eme.
  • Controlla la quantità: dosi moderate di caffè quotidiane si associano a benefici cognitivi e metabolici in molti individui, ma assunzioni molto elevate possono aumentare la probabilità di disturbi gastrici, insonnia o irritabilità. Un consumo responsabile è preferibile, soprattutto se si hanno condizioni di salute particolari.
  • Considera l’orario: se si è sensibili agli effetti della caffeina, limitare il consumo a ore del pomeriggio o sera può migliorare la qualità del sonno e ridurre l’interferenza con la regolazione del ciclo sonno-veglia.
  • Scegliere la forma di caffè: espresso, americano o caffè filtrato hanno contenuti di caffeina simili, ma la presenza di grassi lattiero-caseari o di altri componenti può modulare l’assorbimento. In contesti di gastrointestino sensibile, optare per versioni meno concentrate o per decaffeinato può ridurre irritazioni.
  • Personalizzazione: genetica, abitudini di consumo e condizioni di salute influenzano l’assorbimento. Se si hanno dubbi su come la caffeina possa influire su nutrienti o farmaci specifici, consultare un medico o un nutrizionista può offrire indicazioni personalizzate.

Riepilogo

  • La caffeina viene assorbita velocemente, con picco plasmatica tipico entro 30-60 minuti dall’assunzione; la sua eliminazione è influenzata dall’enzima CYP1A2 e da fattori individuali.
  • Il caffè può modulare l’assorbimento di nutrienti: in particolare può ridurre l’assorbimento del ferro non-eme se assunti insieme al cibo; l’effetto è generalmente meno marcato su calcio e altri minerali, ma l’assunzione combinata va gestita con attenzione in soggetti a rischio carenze.
  • L’assorbimento di caffeina può essere influenzato da stato di digiuno, presenza di latte o grassi, e caratteristiche individuali; la velocità di assorbimento può variare, ma l’effetto stimolante è generalmente presente anche quando l’assorbimento è parzialmente rallentato.
  • Alcuni farmaci e integratori possono interagire con l’assunzione di caffeina o con il caffè; è utile separare l’assunzione di ferro o calcio dal caffè di 1-2 ore e consultare il medico in caso di terapie regolari.
  • Per ottimizzare sia l’assorbimento sia l’effetto della caffeina, è consigliabile modulare tempi e dosi, preferire la temporalità in base agli obiettivi (attenzione, sonno, performance), e considerare eventuali esigenze nutrizionali personali.

Se desideri approfondire un aspetto specifico (ad esempio l’impatto della caffeina sull’assorbimento di un particolare nutriente o di un farmaco), posso integrare con ulteriori dettagli e studi recenti.