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HIIT e guida per recuperi tra sequenze

a person squatting on a wood floor
Foto Aparna Johri su Unsplash

HIIT e guida per recuperi tra sequenze

L’allenamento ad alta intensità a intervalli (HIIT) è uno degli strumenti più efficaci per migliorare fitness cardiovascolare, potenza e metabolismo in tempi brevi. Una componente spesso sottovalutata ma fondamentale per ottenere risultati consistenti è la gestione dei recuperi tra le sequenze di lavoro. Recuperare in modo corretto tra gli sforzi non solo permette di mantenere la qualità tecnica degli esercizi, ma riduce anche il rischio di infortuni e favorisce un eventuale aumento della frequenza cardiaca allenante nel tempo. In questa guida esploreremo cosa significa recuperare tra sequenze, quali tipologie scegliere, come pianificarle in base al livello e agli obiettivi, e offriremo esempi pratici di allenamenti HIIT con recuperi ben calibrati.

Cos’è l’HIIT e perché funziona

L’HIIT è un protocollo di allenamento che alterna fasi di lavoro intenso a periodi di recupero attivo o passivo. L’elemento chiave è l’intensità: durante le fasi di spinta si raggiungono soglie di sforzo elevatissime, spesso vicine al massimo, seguite da recuperi che permettono al corpo di riportare quasi a zero la fatica in breve tempo. I vantaggi includono:

  • aumento del consumo energetico post-allenamento (afterburn), con maggiore ossidazione delle calorie anche dopo la sessione.
  • miglioramento della capacità anaerobica e aerobica in tempi ridotti.
  • innalzamento della capacità di tolleranza allo sforzo e della resistenza.

La gestione dei recuperi è una componente cruciale: se i recuperi sono troppo lunghi, si perde l’effetto di intensità; se sono troppo brevi, la qualità delle ripetizioni successive cala, aumentando il rischio di infortuni e inibizione del sistema nervoso centrale. La chiave è trovare un equilibrio che rispecchi il tuo livello, il tipo di esercizio e gli obiettivi.

Recuperi tra sequenze: tipi e principi

Recupero attivo vs recupero passivo

  • Recupero attivo: verifica di mantenere una leggera attività durante il periodo di riposo, come camminare, correre in modo molto lento, pedalare a bassa intensità o movimenti di mobilità. Benefici: facilita la rimozione dei prodotti di scarto metabolico, riduce la rigidità muscolare e aiuta a mantenere una frequenza cardiaca moderata.
  • Recupero passivo: prevede sostanzialmente restare fermi al massimo sforzo tra le ripetizioni, con la frequenza cardiaca che cala naturalmente nel tempo. Benefici: permette di rigenerare in modo più completo l’energia immediata (ATP-CP), utile in HIIT molto breve e ad alta intensità.

La scelta dipende dall’obiettivo, dal livello di forma e dal tipo di lavoro eseguito. In molte programmazioni HIIT strutturate si alternano recuperi attivi brevi a fasi di lavoro intenso, con recuperi passivi più lunghi nelle settimane di carico maggiore o nei protocolli specifici.

Durata del recupero e rapporto lavoro-riposo

Il rapporto lavoro-riposo è una delle variabili principali del HIIT. Alcune linee guida comuni:

  • Lavoro breve, recupero lungo: adatto per sviluppare potenza e soglie anaerobiche (es. 20-30 secondi di lavoro, 60-120 secondi di recupero).
  • Lavoro moderato, recupero breve: utile per migliorare la resistenza e l’efficienza metabolica (es. 30-40 secondi di lavoro, 20-40 secondi di recupero).
  • Lavoro lungo, recupero breve: aumenta la capacità di resistenza al lattato, utile per atleti avanzati (es. 60 secondi di lavoro, 30 secondi di recupero).

Un approccio comune per principianti o intermedi è 1:1 o 1:2 (es. 30 secondi di lavoro, 30-60 secondi di recupero). Man mano che migliora la forma, puoi ridurre i recuperi o aumentare la quantità di lavoro in ciascuna sequenza.

Fattori che influenzano la scelta del recupero

  • Livello di forma e tecnica: all’inizio conviene recuperi più lunghi per mantenere la tecnica corretta.
  • Tipologia di esercizio: sforzi di forza, salto o sprint richiedono recuperi diversi rispetto a lavori basati su resistenza continua.
  • Obiettivi: perdita di peso, aumento di massa magra, miglioramento della soglia anaerobica o della potenza.
  • Frequenza cardiaca e percezione di sforzo: se durante le ripetizioni successive la frequenza cardiaca è ancora molto alta o l’RPE è superiore a 8/10, può essere utile allungare i tempi di recupero.

Strategie pratiche per recuperi tra sequenze

Controllo della frequenza cardiaca e zone di recupero

Per chi usa cardiofrequenza, impostare zone di recupero può essere utile. Tipicamente si mira a scendere a una risonanza di 120-150 bpm o a una percentuale del massimo (es. 60-70% HRmax) durante il recupero attivo. Se si opta per recupero passivo, la frequenza può scendere rapidamente verso i livelli di riposo, ma è importante non rimanere fermi troppo a lungo per non raffreddare i muscoli.

Tecniche di respirazione

Una respirazione controllata può accelerare il recupero tra le sequenze. Esempio: inspira 2 secondi, espira 4-6 secondi durante il recupero. La respirazione diaframmatica aiuta a ripristinare l’ossigeno nei tessuti e a riportare la frequenza cardiaca a livelli normali prima della prossima sequenza.

Mobilità e attivazione muscolare

Durante i recuperi attivi, esegui movimenti leggeri di mobilità articolare (spalle, bacino, anche, caviglie) o attiva muscoli specifici in modo molto controllato. Questo evita rigidità, migliora la circolazione e facilita il rientro della tecnica nelle ripetizioni successive.

Alimentazione e idratazione

  • Idratazione: bere piccole quantità di liquidi durante i recuperi aiuta a mantenere la temperatura corporea ottimale e la viscosità del sangue.
  • Nutrizione: per sessioni di HIIT di 20-30 minuti, un pasto leggero ricco di carboidrati complessi e una nota proteica entro 2-3 ore prima o dopo l’allenamento può migliorare i tempi di recupero. Per recuperi rapidi, una piccola snack a base di carboidrati semplici può essere utile subito dopo l’allenamento.

Esempio di piano HIIT con recuperi tra sequenze

Di seguito proponiamo due versioni: una per principianti/intermedi e una per livelli più avanzati. Entrambe prevedono 2-3 sessioni a settimana per 4-6 settimane, con progressione graduale.

  • Esempio 1: Principianti/Intermedi

    • Riscaldamento: 5-8 minuti di attività leggera (corsa leggera, salto con corda a ritmo facile, mobilità dinamica)
    • Workout HIIT: 8 round
      • 30 secondi lavoro intenso (corse, jumping jacks, burpees leggeri, salto con polarità controllata)
      • 60 secondi recupero attivo (camminata leggera o corsa molto lenta)
    • Defaticamento: 5 minuti di camminata e stretching statico mirato
  • Esempio 2: Avanzati

    • Riscaldamento: 8-10 minuti includendo movimenti dinamici e attivazione muscolare
    • Workout HIIT: 10 round
      • 40 secondi lavoro intenso
      • 20 secondi recupero attivo molto breve (camminata rapida o corsa lenta)
    • Defaticamento: 5-8 minuti di stretching e respirazione guidata

Note utili:

  • Se non hai esperienza, inizia con tempi di recupero medi e aumenta gradualmente la durata del lavoro o riduci i recuperi in base a come ti senti.
  • Varia i protocolli: alterna settimane di lavoro 1:1 con settimane di lavoro 1:2 per stimolare diverse capacità fisiologiche.
  • Presta attenzione al segnale del corpo: mal di testa, vertigini, dolori acuti o difficoltà respiratorie sono segnali per fermarsi e riconsiderare la programmazione.

Errori comuni e come evitarli

  • Recuperi troppo brevi fin dall’inizio: rischiano di compromettere la tecnica e aumentare l’affaticamento. Inizia con tempi adeguati al tuo livello.
  • Non variare le tipologie di recupero: limitarsi sempre al recupero passivo può ridurre l’efficacia generale e aumentare lo stress su tessuti specifici.
  • Ignorare la tecnica: la stanchezza può portare a esecuzioni scorrette. Mantieni sempre la forma corretta e, se necessario, riduci l’intensità.
  • Non pianificare progressione: senza un piano, è facile stagnare. Aumenta gradualmente intensità, durata del lavoro o riduci il recupero in modo misurato.

Focus sulla progressione e sulla periodizzazione

Per ottenere miglioramenti costanti nel HIIT, è utile includere cicli di carico e recupero. Un modello semplice di periodizzazione potrebbe essere:

  • Preparazione (4 settimane): focus su tecnica e recuperi attivi controllati, recuperi leggermente più lunghi.
  • Fase di carico (3-4 settimane): aumento del numero di round o della durata del lavoro, recuperi leggermente più brevi.
  • Deload o rigenerazione (1 settimana): riduzione di volume e intensità per permettere al corpo di assorbire gli adattamenti.

Questo schema aiuta a evitare plateaux, ridurre l’affaticamento cumulativo e consentire un miglioramento continuo della performance.

Riepilogo

  • L’HIIT offre benefici rapidi in termini di forma cardiovascolare, potenza e metabolismo, ma il recupero tra sequenze è cruciale per mantenere una qualità di lavoro elevata e per minimizzare gli infortuni.
  • Scegli tra recupero attivo o passivo in base agli obiettivi e al livello di forma. Un mix ben dosato è spesso la scelta migliore.
  • Regola durata del recupero e rapporto lavoro-riposo a seconda della tipologia di esercizio, del livello e dell’obiettivo. Inizia con parametri moderati e progredisci gradualmente.
  • Integra tecniche di respirazione, mobilità e corretta idratazione/nutrizione per ottimizzare i tempi di recupero.
  • Pianifica con una logica di progressione e periodizzazione per evitare sovraccarichi e massimizzare i risultati.

Seguire una guida strutturata sui recuperi tra sequenze ti permetterà di ottenere il massimo dal tuo HIIT, migliorando non solo le prestazioni ma anche la tua salute generale. Se vuoi, posso proporti un piano personalizzato in base al tuo livello attuale, agli strumenti che hai a disposizione (corpo libero, attrezzi, tapis roulant, cyclette) e ai tuoi obiettivi specifici.