Sollevare i talloni durante lo squat: guida completa per migliorare tecnica e prestazioni
Sollevare i talloni durante lo squat: guida completa per migliorare tecnica e prestazioni
Lo squat è un esercizio chiave per forza e stabilità, ma molti atleti si chiedono se sia utile o necessario sollevare i talloni durante l’esecuzione. In pratica, l’uso di rialzi sotto i talloni può favorire una profondità maggiore e una posizione della schiena più neutra, ma va gestito con attenzione per non nascondere problemi di mobilità o di tecnica. In questa guida esploreremo perché si scelga di sollevare i talloni, come farlo in sicurezza, quali strumenti utilizzare e come integrare questa pratica in un programma di allenamento. L’obiettivo è offrire indicazioni pratiche, basate su evidenze e buona tecnica, per ottenere benefici reali senza incorrere in rischi.
Perché sollevare i talloni durante lo squat
Sollevare i talloni durante lo squat è una strategia comune tra atleti di forza, powerlifter e praticanti di palestra funzionale. Ecco i motivi principali per cui questa pratica viene impiegata:
- Maggiore profondità senza perdita di stabilità: rialzare i talloni può permettere di scendere più in profondità mantenendo il busto relativamente verticale, facilitando l’aggancio tra quadricipiti e glutei e riducendo la tendenza a inclinarlo troppo in avanti.
- Migliore chiusura dell’angolo di ginocchio: l’elevazione del tallone aiuta ad aprire l’angolo di flessione al ginocchio, favorendo una maggiore estensione dell’articolazione coxofemorale e una distribuzione più equilibrata delle forze tra quadricipiti e posteriori.
- Riduzione di compensazioni comuni: in presenza di mobilità limitata della caviglia, l’esecuzione senza tallone può portare a compensazioni come un peggioramento della curvatura lombare o un movimento eccessivo delle ginocchia verso l’interno. Sollevare i talloni può ridurre tali compensazioni, almeno a breve termine.
- Preferenza di alcuni programmi di forza: in ambito di sollevamento pesi olimpico o di allenamenti di potenza, l’uso di rialzi del tallone è una scelta tecnica che si integra con specifici obiettivi di carico e profondità.
Non va però trascurato che questa tecnica non è universale né permanente. Se l’elevazione del tallone maschera una mobilità adeguata del polpaccio, del ginocchio o dell’anca, a lungo termine potrebbe impedire il miglioramento della mobilità stessa o causare dipendenza da riempimenti esterni. È dunque fondamentale usarla come parte di una strategia di allenamento globale, non come trucco permanente.
Tecnica: esecuzione con talloni sollevati
Per utilizzare efficacemente i talloni sollevati nello squat, è utile seguire una sequenza strutturata che favorisca la stabilità, la profondità e la solidità della schiena. Di seguito una guida pratica.
Preparazione del corpo e mobilità
- Mobilità della caviglia: dedicare 4–6 settimane a esercizi mirati di dorsiflessione (ad esempio talloni al pavimento, ginocchio oltre la punta del piede con banda elastica, affondi dinamici) per migliorare l’ampiezza di movimento della caviglia.
- Stretching del polpaccio: gastrocnemio e soleo influenzano la capacità di scaricare il peso sul tallone. Esegui stretching statico dopo le sessioni o come parte della warm-up.
- Attivazione del core e della muscolatura posteriore della catena cinetica: plank, dead bug, e colpi di glutei attivi per stabilizzare la colonna durante la discesa.
Preparazione della posizione e scelta del rialzo
- Scelta del rialzo: inizia con rialzi moderati di 0,5–1,5 cm. Evita rialzi troppo alti all’inizio; l’obiettivo è abituarsi a una nuova angolazione senza perdere controllo. -Posizione dei piedi: piedi leggermente più larghi della larghezza delle spalle, punte leggermente s-rotte verso l’esterno (ad esempio 15–30 gradi). Il carico dovrebbe distribuire tra tallone e avampiede, ma con i talloni ben ancorati al rialzo.
- Baricentro: mantieni il busto in posizione neutra, lo sguardo avanti e il core attivo. Evita di permettere che la parte superiore del tronco cada in avanti.
Esecuzione passo-passo
- Rabbia stabilità: attiva addominali profondi, scapole posizionate e respiro controllato.
- Punta i piedi sul rialzo, carica il peso in modo uniforme tra avampiede e tallone, mantenendo la sbarra o il carico vicino al centro del corpo.
- Discendi spingendo i fianchi indietro e verso il basso, mantenendo la schiena neutra. Le ginocchia dovrebbero muoversi in avanti in linea con le dita dei piedi.
- Raggiungi la profondità desiderata, idealmente con la coscia parallela al pavimento o più in basso, a seconda della mobilità e del programma.
- Risali mantenendo la stabilità del core e senza cambiare l’angolo del busto in modo significativo.
- Ripeti per le ripetizioni previste, controllando sempre che il tallone rimanga ben appoggiato al rialzo e che la punta del piede non perda contatto con il pavimento.
Controllo della tecnica e sicurezza
- Evita di sollevare i talloni durante la fase di risalita o di lasciare che la caviglia perda contatto con il rialzo. Il controllo è fondamentale per proteggere ginocchia e schiena.
- Se avverti dolore al ginocchio o al tallone, interrompi e rivedi la tecnica, la mobilità o l’altezza del rialzo. Una lieve differenza di comfort può indicare che l’altezza non è adatta a te.
Strumenti utili e alternative
Sollevare i talloni può essere una soluzione efficace, ma esistono strumenti e alternative che possono offrire benefici simili o permutano situazioni diverse.
- Rialzi per tallone (heel wedges o dischi): esistono in diverse altezze. Scegli una piastra o un rialzo di materiale stabile, con superficie antiscivolo.
- Scarpe da squat o lifting shoes: le scarpe da sollevamento offrono un rialzo integrato e una suola rigida che migliora la stabilità, la trasizione tra discesa e risalita e la trazione.
- Alternative per migliorare la mobilità: se l’obiettivo è la piena mobilità della caviglia, integra movimenti di dorsiflessione attiva, foam rolling della fascia plantare, stretching del polpaccio e esercizi di mobilità dell’anca.
Nota: l’uso di rialzi non esclude il lavoro di mobilità a lungo termine. Integra programmi mirati di mobilità caviglia e ginocchio per ridurre la dipendenza dai rialzi.
Errori comuni e come correggerli
- Eccessiva dipendenza dal tallone rialzato: rischi di mascherare debolezze o limitazioni mobili. Lavora, oltre al sollevamento, sulla mobilità e sull’attivazione muscolare.
- Ginocchia che si spostano all’interno: lavora su allineamento ginocchio-piede e rinforza i muscoli abduttori dell’anca.
- Dorso curvo o torace troppo avanti: concentra la tua attenzione su una spinta del petto in avanti e su una rotonda di scapole per mantenere la colonna neutra.
- Frequenza d’esecuzione non adeguata: includi varie profondità e altezze di rialzo in modo progressivo, non incrementando tutto in una sola seduta.
Come integrare questa tecnica in un programma di allenamento
- Valuta periodi di adattamento: introduci i rialzi gradualmente. In una settimana di allenamento, alterna sessioni con e senza rialzi per evitare sovraccarichi.
- Progressione controllata: aumenta l’altezza del tallone solo se la tecnica resta pulita e senza dolore. Non superare 1–2 cm all’inizio.
- Combina con allenamento di mobilità: programma spiegazioni mirate a caviglia e polpacci, da eseguire 2–3 volte a settimana.
- Monitora i risultati: osserva profondità, tempo di esecuzione e potenza. Se la profondità aumenta senza perdita di controllo, l’intervento è efficace.
Benefici a lungo termine e considerazioni finali
- Miglioramento della profondità e della tecnica: in molte persone, elevare i talloni facilita l’esecuzione con una tecnica più neutra e può portare a un miglioramento generale della forza delle gambe.
- Sviluppo muscolare equilibrato: permette di caricare in modo equilibrato i muscoli posteriori della coscia e i glutei, se eseguito correttamente.
- Possibili limitazioni di mobilità: se la mobilità della caviglia migliora, potresti ridurre gradualmente l’uso dei rialzi, integrando esercizi di mobilità per un movimento naturalizzato.
Riepilogo: scegliere se sollevare i talloni durante lo squat dipende dall’obiettivo di allenamento, dalla mobilità individuale e dalla tecnica. Usa rialzi in modo mirato e progressivo, ponendo grande attenzione alla stabilità della schiena, all’allineamento delle ginocchia e al controllo del movimento. Integra sempre la pratica con esercizi di mobilità della caviglia, rinforzo del core e attivazione della catena posteriore. Se eseguito correttamente, lo squat con talloni sollevati può potenziare la profondità, la tecnica e la forza complessiva della parte inferiore del corpo, ma va monitorato nel tempo per evitare dipendenze e compensazioni.
Riepilogo finale
- Il sollevamento dei talloni durante lo squat può facilitare profondità e controllo, soprattutto quando la mobilità della caviglia è limitata.
- Inizia con rialzi piccoli e progredisci con cautela, mantenendo una tecnica pulita e una schiena neutra.
- Integra la pratica con esercizi di mobilità, attivazione del core e rinforzo della catena posteriore.
- Evita di utilizzare i rialzi come scusa per non lavorare sulla mobilità a lungo termine; punta a una transizione graduale verso una tecnica autonoma senza rialzi, se possibile.
