Ritorno all'allenamento dopo infortunio: protocolli
Ritorno all'allenamento dopo infortunio: protocolli
Riportare l’attività fisica al livello preinfortunio è un processo delicato che richiede un approccio strutturato, basato su evidenze scientifiche e personalizzato in base al tipo di infortunio, al livello di forma, alle esigenze sportive e alle risposte individuali. In questo articolo esploriamo protocolli di riabilitazione e ritorno all’allenamento, con indicazioni pratiche per evitare ricadute, ottimizzare i tempi di recupero e ricostruire forza, controllo motorio e resilienza.
Preparazione: valutazioni e pianificazione
Consulto medico e fisioterapico
Prima di intraprendere qualsiasi percorso di ritorno, è essenziale avere una conferma medica e l’input di un fisioterapista o di uno specialista della riabilitazione sportiva. Una valutazione iniziale dovrebbe includere:
- Storia dell’infortunio e documentazione degli interventi.
- Esame fisico mirato a mobilità, forza, controllo neuromotorio e stabilità articolare.
- Valutazione del dolore e della funzione quotidiana e sportiva.
- Definizione di obiettivi realistici, in linea con i requisiti atletici o di salute generale.
Valutazioni funzionali utili
Per guidare la progressione, possono essere utili test semplici e affidabili, ad esempio:
- Raggiungimento della gamma di movimento e controllo dei compensi.
- Misure di forza relativa (es. test di ginocchio, spalla, tronco) con attrezzature semplici o valutazione manuale.
- Test di equilibrio/propriocezione e, quando appropriato, test di potenza (ad es. salto, sprint limitato).
- Scala del dolore e scale di percezione dello sforzo (come la Borg CR10 o la scala VAS/NRS).
Principi generali dei protocolli di ritorno
- Carico progressivo: aumentare l’intensità, la durata e la frequenza in modo controllato, basandosi su segnali di progresso e assenza di dolore significativo.
- Controllo del dolore e tessuto-sicurezza: se compare dolore, interrompere l’esercizio e rivedere il piano.
- Preparazione funzionale multisistemica: non solo forza muscolare, ma anche controllo motorio, stabilità, resistenza e potenza.
- Specificità sportiva: preparare gradualmente movimenti e schemi motorî rilevanti per lo sport praticato.
- Monitoraggio continuo: tenere un diario di allenamento, dolore, stanchezza e sonno per adattare il piano.
Protocolli generali di riabilitazione
Principi chiave: progressione, carico, dolore
- Progressione graduata: suddividere la riabilitazione in fasi chiare, con obiettivi intermedi specifici.
- Carico adeguato: usare carichi percettibili ma sostenibili, preferibilmente misurabili (peso, ripetizioni, tempo di contatto, distanza, velocità controllata).
- Dolore come guida: una lieve discomfort è normale, ma il dolore acuto o che peggiora con l’esercizio richiede fermarsi e rivedere la tecnica o l’intensità.
Carico meccanico e stimoli
- Stimoli di forza: lavori progressivi su catene muscolari principali interessate dall’infortunio.
- Stimoli neuromotorî: esercizi di equilibrio, coordinazione, controllo del core e stabilità articolare.
- Stimoli metabolici: lavoro di resistenza e potenza una volta che la forza di base è stabile.
- Riposo attivo: periodi di recupero strutturato tra sessioni per favorire la rigenerazione tissutale.
Protocollo passo-passo per il ritorno all'allenamento
Di seguito proponiamo una struttura in quattro fasi, che può essere adattata a seconda del tipo di infortunio (ginocchio, spalla, polso, infortunio muscolare, lesioni tendinee, ecc.).
Fase 1: Riposo attivo e mobilità (settimane 1-2 o fino a stabilizzare)
- Obiettivi: controllo del dolore, mobilità articolare, attivazione neuromotoria di base.
- Esempi di esercizi:
- Mobilità articolare mirata (rotazioni controllate, allungamenti passivi guidati, esercizi di scapola per spalla).
- Attivazione muscoli stabilizzatori senza carico pesante (attivazioni isometriche, contrazioni retto addominale, glutei, quadrupedia leggera).
- Attività a basso impatto: camminata leggera, bici a bassa resistenza, nuoto pigramente se consentito.
- Parametri: intensità bassa, RPE 3-4 su 10, dolore minimo o nullo durante e dopo l’esercizio.
Fase 2: Forza iniziale e controllo motorio (settimane 2-6)
- Obiettivi: riacquistare forza di base, stabilità articolare, controllo del movimento.
- Esercizi chiave:
- Forza generale: esercizi multi-articolari a carico moderato (step-up, leg press leggera, curl estensioni con carico moderato, piani di rinforzo per la spalla con bande elastici).
- Lavoro di core e stabilità: plank, side plank, esercizi di glutei e tronco con resistenza leggera.
- Esercizi di equilibrio e propriocezione su superfici instabili.
- Parametri: intensità moderata (RPE 5-6), progressione controllata (10-15 ripetizioni per 2-3 serie, 2-3 volte/settimana). Dolore assente o minimo.
Fase 3: Forza alta, resistenza e potenza (settimane 4-8)
- Obiettivi: migliorare forza massimale, potenza e resistenza specifica.
- Esercizi chiave:
- Forza specifica: squat, affondi, stacchi leggeri o varianti con carico progressivo; lavori di spinta/spinta alternata per spalla e petto.
- Potenza: salti controllati, lanci leggeri (se sport-specifico) o sprint progressivi su pista.
- Lavoro aerobico moderato: intervalli leggeri o cardio continuo in base al tipo di infortunio.
- Parametri: carichi più elevati rispetto alle fasi precedenti, serie da 4-6 ripetizioni per movimenti fondamentali, tempo di recupero adeguato, attenzione a Non provocare dolore.
Fase 4: Rientro funzionale e sport-specifico (settimane 6-12+)
- Obiettivi: integrazione del movimento sport-specifico, tornare a gare o allenamenti completi senza limitazioni.
- Esercizi chiave:
- Protocolli sport-specifici: schemi di corsa, sprint, cambi di direzione, lanci, colpire pallone, a seconda dello sport.
- Lavoro di resistenza e condizionamento generale, con carico sostenuto.
- Simulazioni di allenamento completo con carico progressivo.
- Parametri: creare una progressione graduale fino al carico richiesto dall’attività sportiva, monitorando dolore, affaticamento, sonno e recupero.
Esempio di timeline: 8-12 settimane (relativo a una riabilitazione generale)
- Settimane 1-2: riposo attivo, mobilità, attivazione muscolare, inizio di attività a basso impatto.
- Settimane 3-4: introduzione di lavori di forza a basso carico, equilibrio, controllo motorio, breve sessioni di resistenza.
- Settimane 5-6: aumenti graduali di carico e complessità degli esercizi, introduzione di movimenti multi-articolari.
- Settimane 7-8: consolidamento della forza e della tecnica, inizio di lavori di potenza leggera, sport-specificità di base.
- Settimane 9-12: rientro completo o quasi al livello sportivo precedente, con simulazioni di allenamento e partite/test funzionali.
Note pratiche per diverse tipologie di infortunio:
- Ginocchio (legamenti, menisco): enfatizzare controllo rotatorio, stabilità, progressione da movimenti in sagittale a sagittale-con rotazione limitata, evitare carichi ad alta velocità finché non si stabilizza la stabilità.
- Spalla (rotator cuff, labbro glenoideo): lavorare su rotazione esterna/ interna, scapola, stabilità della cuffia, e transizioni tra movimento di flessione e abduzione.
- Polso e mano: rinforzo strutturale, estensione/ flessione controllata, recupero di presa e pinzate progressive.
- Infortuni muscolari: riatletizzazione graduale del tessuto muscolare, evitare contrazioni eccentriche dolorose inizialmente, incremento progressivo di intensità.
Strategie per la sicurezza e l’aderenza al piano
- Monitoraggio dei sintomi: annotare dolore, rigidità, gonfiore e livello di fatica in ogni sessione. Se il dolore è persistente oltre 48-72 ore, rivedere il piano o consultare un professionista.
- Segnali di allarme: dolore acuto, peggioramento della forza, gonfiore crescente, instabilità articolare, parestesie. In questi casi, consultare subito un professionista.
- Recupero e stile di vita: sonno di qualità, alimentazione adeguata (proteine, micronutrienti per la rigenerazione tissutale), gestione dello stress e idratazione.
- Adattamento: se la progressione provoca dolore o stanchezza eccessiva, rallentare o tornare a una fase precedente del protocollo.
Ruolo di sport-specificità e parametrizzazione
Ogni sport richiede particolari movimenti chiave e carichi. Il ritorno all’allenamento deve:
- Riprodurre fedelmente i pattern motori dello sport praticato.
- Utilizzare parametri misurabili: tempo di contatto, velocità, distanza, potenza. L’obiettivo è ricostruire una performance funzionale simile o superiore a quella pre-infortunio.
- Prevedere fasi di contaminazione: test funzionali in condizioni progressive di difficoltà (pianificazione di allenamenti di squadra, gare amichevoli, etc.).
Riepilogo finale
Ritorno all’allenamento dopo infortunio non è un recupero casuale: è una gestione progressiva, guidata da valutazioni professionali, che combina riabilitazione muscolare, controllo neuromotorio, resistenza e sport-specificità. Seguendo protocolli strutturati in fasi (riposo attivo e mobilità; forza iniziale; forza alta e potenza; rientro sportivo), si riducono i rischi di ricaduta e si accelera il ritorno in campo o al proprio stile di vita attivo. La chiave è ascoltare il corpo, mantenere una comunicazione chiara con i professionisti sanitari e adattare il piano alle esigenze individuali. Con pazienza, costanza e una progressione monitorata, è possibile recuperare non solo la funzionalità perduta, ma anche una performance migliore di prima, riducendo al minimo il rischio di ricadute.
Se vuoi, posso adattare questo schema al tuo infortunio specifico o al tuo sport, fornendoti una versione personalizzata con esempi di esercizi e una timeline dettagliata.
