Stronger Daily
Articolo

Stretching per ROM sportiva: specificità di disciplina

woman in white tank top lying on red concrete floor
Foto Nikola Murniece su Unsplash

Stretching per ROM sportiva: specificità di disciplina

Il miglioramento della ROM (range of motion) è una componente chiave della performance sportiva e della prevenzione degli infortuni. Quando si parla di ROM sportiva, non basta eseguire stretching in modo generico: è fondamentale adattare la mobilità alle esigenze concrete della disciplina praticata. In questo articolo esploreremo come il stretching possa diventare uno strumento mirato per aumentare la ROM specifica di ogni sport, migliorando l’esecuzione tecnica, la potenza e la resistenza, senza compromettere la stabilità articolare o aumentare il rischio di lesioni.

Introduzione: ROM sportiva e stretching mirato

La ROM indica l’estensione o l’ampiezza del movimento di un’articolazione durante un’attività motoria. Alcuni sport richiedono ROM articolari molto ampie in specifici piani di movimento, altri richiedono invece ROM controllata e stabile per mantenere l’efficienza tecnica. Lo stretching mirato alla disciplina prende in considerazione:

  • i movimenti chiave della disciplina (brevi o ampi, in flessione o estensione, in rotazione interna o esterna, in pronazione o supinazione);
  • le posture tipiche e le catene cinetiche coinvolte;
  • i gradienti di intensità e di carico durante la stagione.

Questo approccio evita l’effetto contrario, cioè una ROM “generica” che non si traduce in miglioramenti concreti delle performance o, peggio, in sovraccarichi.

Comprendere la ROM e i requisiti di disciplina

Definizione di ROM nel contesto sportivo

La ROM non è solo mobilità passiva delle articolazioni, ma anche controllo neuromuscolare. Una ROM efficace implica:

  • mobilità articolare adeguata;
  • capacità di attivare e controllare i muscoli lungo l’intero range;
  • coordinazione neuromuscolare per mantenere la stabilità durante l’esecuzione tecnica.

Ruolo dello stretching nella performance

Lo stretching serve a:

  • aumentare la flessibilità funzionale, cioè la possibilità di muoversi in condizioni operative;
  • migliorare l’allungamento dei muscoli agonisti e la gestione dei compensi;
  • preparare i tessuti ai carichi di allenamento e ridurre il tempo di recupero tra le sessioni.

È cruciale distinguere tra stretching come riscaldamento (dinamico, specifico) e stretching post-allenamento o di recupero (statico, PD). L’approccio più efficace per la ROM sportiva è spesso una combinazione di stretching dinamico all’inizio e stretching statico o PNF a fine allenamento, integrato da sessioni mirate di mobilità durante la settimana.

Tipi di stretching e loro uso in sport-specifico

Stretching dinamico: preparazione al movimento

  • Esempi: oscillazioni, affondi in camminata, passo lungo con rotazioni del tronco, swing delle gambe.
  • Benefici: migliora la temperatura corporea, attiva la muscolatura, aumenta la disponibilità di ROM in modo graduale e controllato.
  • Contesto: pre-allenamento e routine di riscaldamento specifica per la disciplina. Si concentra su movimenti funzionali che imitano gli schemi motori della disciplina.

Stretching statico: post-allenamento e recupero mirato

  • Esempi: allungamenti sostenuti di gruppo muscolare interessato, mantenuti 20–60 secondi.
  • Benefici: facilita l’allungamento del tessuto muscolare, favorisce la flessibilità residua e la relax neuromuscolare.
  • Contesto: al termine dell’allenamento o nelle sessioni dedicate di mobilità. Evitare di inserire stretching statico in modo prolungato prima dell’esecuzione di prove o gare ad alta intensità.

PNF e stretching assistito

  • Tecnica: combinazione di contrazione muscolare (isometrica) seguita da allungamento guidato.
  • Benefici: incremento significativo della ROM in tempi relativamente brevi; utile per correggere limitazioni specifiche.
  • Contesto: può essere integrato in programmi di mobilità settimanali o in fasi di riatletizzazione. Richiede supervisione o guida qualificata.

Stretching dinamico avanzato e mobilità funzionale

  • Includono sequenze complesse con controllo di postura, stabilità del core e attivazione muscolare bilaterale.
  • Ideale per atleti che necessitano ROM ampia e contemporanea stabilità articolare (es. atleti multi-discipline o sportivi con requisiti di torsione elevati).

Stretching per disciplina: orientamenti pratici

La chiave è creare protocolli di stretching che rispecchino i movimenti ricorrenti della disciplina, le catene cinetiche coinvolte e i requisiti di potenza e velocità. Ecco alcuni esempi generali.

Calcio, rugby, basket e sport di squadra

  • Obiettivi comuni: ROM marcata all’anca e alla caviglia, mobilità della catena posteriore (ischiocrurali) e flessorispirata del polpaccio; buon controllo toracico e scapolare.
  • Strategie: routine di mobilità mirate prima degli allenamenti, con focus su hip hinge, flessione plantare/ dorsiflessiva, abduttori/adduttori e rotazioni pelviche. Includere stretching dinamico pre-partita e stretching statico leggero post-partita.

Nuoto e sport acquatici

  • Obiettivi: ROM delle spalle (extrior rotation, internal rotation), mobilità della colonna toracica, stabilità scapolare.
  • Strategie: stretching dinamico di spalla e torace prima delle sessioni di nuoto; routine di PNF e mobilità scapolare per migliorare l’equilibrio tra mobilità e stabilità. Lavorare anche sul tratto cingolo pelvico per la nuotata efficiente.

Ciclismo

  • Obiettivi: mobilità della caviglia dorsiflessoria, dell’anca, e stabilità del core; riduzione della tensione lombare durante la pedalata.
  • Strategie: stretching mirato ad anca e polpacci, allungamenti dinamici per ginocchio e caviglie prima di sessioni lunghe; lavoro di mobilità della colonna toracica per migliorare la postura in bici.

Arti marziali e sollevamento pesi

  • Obiettivi: ampia ROM di caviglie, anche, bacino, spalle e colonna; controllo della ROM durante movimenti complessi (es. upper-lower body coordination).
  • Strategie: combinare dinamico e PNF, concentrandosi su spalle per rotazioni, scapole, flessori dell’anca e flessione della schiena durante le sequenze di allenamento.

Corsa, trail running e sport di resistenza

  • Obiettivi: ROM adeguata in caviglie, ginocchia, anche e tronco; migliorar la flessibilità della catena posteriore per ridurre la rigidità durante la corsa.
  • Strategie: includere routine di flessibilità dinamica per le gambe e la catena posteriore, integrando stretching statico mirato dopo le sessioni più lunghe.

Esempi di protocolli mirati

Di seguito trovi due esempi di protocolli di stretching in funzione della disciplina. Adattali in base al tuo sport, al periodo di stagione e al tuo livello di allenamento.

  • Protocollo pre-allenamento (dinamico, 8–12 minuti)

    • 2–3 serie di leg swings frontali e laterali per 10–12 ripetizioni ciascuna
    • Affondi dinamici con rotazioni del tronco (8–10 ripetizioni per lato)
    • Circonduzioni delle braccia, aperture scapolari e rotazioni toraciche (2–3 serie)
    • Mini-squat e hip hinges per 10–12 ripetizioni
    • Dose complessiva: 8–12 minuti
  • Protocollo post-allenamento (statico/PNF, 10–15 minuti)

    • Allungamento statico mirato per i gruppi muscolari lavorati (20–30 secondi per parete, 2–3 cicli)
    • Stretching PNF guidato su spalle, femori e polpacci (2 cicli da 20–30 secondi)
    • Stretching della colonna toracica e dell’active thoracic extension (30 secondi per lato)
    • Ritmo globale: movimenti lenti, respirazione controllata
    • Dose complessiva: 10–15 minuti

Ricorda: l’intensità e la durata possono variare in base all’età, al livello di allenamento e al feedback corporeo. Evita di forzare i limiti e cerca di mantenere una sensazione di allungamento controllato, senza dolore acuto.

Valutazione ROM e monitoraggio

Per adottare un approccio disciplinare, è utile monitorare la ROM attraverso test mirati periodici:

  • Spalla: ROM di abduzione, rotazione interna/esterna con braccio steso.
  • Anca e ginocchio: test di sit-to-stand, sit and reach modificato, hip flexor test.
  • Caviglia: dorsiflessione, flessione plantare e test di equilibrio su una gamba.
  • Torace e schiena: estensione toracica, rotazione tronco.

Interpretare i risultati significa vedere miglioramenti concreti nella tecnica o nella velocità di esecuzione, non solo un numero maggiore in una tabella. Il ROM va valutato insieme a forza, controllo motorio e stabilità, per evitare squilibri che possano causare infortuni.

L’importanza della progressione e della periodizzazione

  • Progressione: aumentare gradualmente l’esposizione al ROM. Se all’inizio si mantengono posizioni lunghe, con il tempo si può aumentare l’ampiezza o la durata o introdurre varianti più complesse.
  • Periodizzazione: integrare fasi dedicate alla mobilità durante microcicli di allenamento o transizioni di stagione. In fasi di carico alto, la mobilità va mantenuta ma non sovraccaricata; in fasi di scarico si può aumentare l’enfasi su ROM e flessibilità.
  • Sicurezza: non illudersi che una ROM elevata riduca sempre il rischio di infortunio. L’elasticità muscolare va bilanciata con la forza e la stabilità delle articolazioni.

Integrazione con l’allenamento totale

Lo stretching per ROM sportiva deve integrarsi con:

  • lavoro di forza: una ROM incompleta spesso è associata a debolezze o instabilità. Rafforzare i muscoli in tutte le fasi del ROM è essenziale.
  • tecnica: un’adeguata mobilità consente esecuzioni tecniche più pulite, riducendo compensi dannosi.
  • recupero: sessioni di mobilità non devono ostacolare i tempi di recupero; vanno programmate in modo da non sovrapporsi a sessioni molto intense.

Riepilogo finale

  • La ROM sportiva è fondamentale per la performance e la prevenzione degli infortuni, e lo stretching deve essere specifico per la disciplina praticata.
  • Distinguere tra stretching dinamico (pre-allenamento) e stretching statico o PNF (post-allenamento) permette di aumentare la mobilità funzionale senza compromettere la performance.
  • Ogni sport ha esigenze diverse: anca e caviglia per lo sport di squadra; spalle e torace per nuoto; caviglia e bacino per ciclismo; spalle, anca e schiena per arti marziali e sollevamento pesi; ROM delle catene posteriori per la corsa.
  • Protocolli mirati, progressione controllata e monitoraggio periodico della ROM, integrati con forza e tecnica, ottimizzano la performance.
  • La chiave è l’equilibrio: ROM adeguata, controllo neuromuscolare e stabilità articolare per una mobilità funzionale che sostenga l’allenamento e la gara.

Se vuoi, posso aiutarti a costruire un programma di stretching personalizzato in base alla tua disciplina e al tuo livello di allenamento. Dimmi quale sport pratichi e quali limitazioni di ROM hai riscontrato, e ti propongo una guida strutturata con protocolli settimanali mirati.